
Chiesa del Gesù Roma
Quando il sabato 24 settembre è arrivato a Roma il pullman della comunità parrocchiale di Orciano, per me è stata come una ventata di “paese natio” che mi riempiva di gioia. Io l’ho vissuto come una visita di tanti amici che venivano a trovarmi a casa mia. Era normale perciò fare di tutto perché si trovassero bene e non avessero di quei disagi che normalmente si incontrano quando si arriva in un posto dove non si conosce nessuno. E siccome vicino a S. Pietro c’è la Casa generalizia dei gesuiti, mi sono sentito in dovere di accoglierli lì, in una sala abbastanza grande, dove poter consumare il pranzo che era stato preparato dalle mamme prima di partire.
Il pomeriggio del sabato è stato reso fruttuoso da un’altra orcianese, a con la visita, dentro il palazzo apostolico, della Cappella Redemptoris Mater, un vero capolavoro di mosaico del p. Marco Rupnik, dove appunto Stella Secchiaroli ha lavorato insieme con il gruppo di artisti. La Cappella è uno di quei posti dove, quando entri, resti senza parole, tanta è la luce e l’armonia dei colori e delle immagini che riassumono tutta la nostra fede. Infatti ci siamo seduti nei banchi, stando in grande silenzio, prima che Natasha iniziasse la spiegazione di ogni parte dei mosaici.
Dopo di ciò, il gruppo si è spostato in un altro posto molto significativo della vita dei Gesuiti a Roma, la Chiesa del Gesù, che appunto è proprio la casa dove abito e dove ho avuto il piacere e l’onore di accogliere gli amici per il momento della cena.
La giornata è poi terminata con un tuffo nel Foro Romano di Augusto, dove abbiamo gustato e sentito raccontare con immagini e musiche le nostre radici e le grandezze di quella Roma, di cui restano tante colonne spezzate e capitelli caduti da monumenti giganteschi. Mentre stavamo a guardare e ad ascoltare, pensavo come proprio tra le vie di quei palazzi Pietro e Paolo incontrarono i primi romani che così conoscevano il Cristo e cominciavano a credere in lui. Da quel primo nucleo di fede, ora Roma offre una ricchezza di arte, diversa ma ugualmente gloriosa e che è capace di accogliere genti di tutte le razze, di tutte le lingue e di tutti i colori.
La piazza San Pietro con il colonnato del Bernini, il sabato sera l’abbiamo vista un po’ in fretta. Ma la domenica mattina – io non c’ero – il gruppo del Giubileo di Orciano ha avuto la gioia di sentire l’abbraccio della Chiesa e di Papa Francesco, che eccezionalmente dopo la Messa ha voluto girare un po’ di più e farsi vicino il più possibile ai fedeli che aspettavano la recita dell’Angelus. Immagino com’è bello vedersi in tanti, ma allo stesso tempo, sentirsi voluti bene come singole persone da un padre che sorride e che da luce a tutti.
Padre Armando Ceccarelli, s. j.