La meta di tutto il cammino nella sequela del Signore Gesù povero e obbediente verso la Pasqua (siamo in Quaresima), consiste nel ravvivare l’esperienza di gioia, di vita nuova, di zelo, di coraggio: “Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere con sul mio trono” (Ap. 3,20-21)
Il Signore vuole donarci questa esperienza vitale di intimità, di comunione profonda che dona gioia, pace, libertà, agape e la capacità di portarla a tutti e soprattutto agli ultimi. Ed è vera realizzazione di ogni persona.
• La gioia, l’affabilità, l’ascolto di Dio e della gente, la capacità di relazioni benevole con tutti, non sono un optional per noi, ma segno e veri ca della presenza della grazia e dello Spirito di Cristo: “ll frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Galati 5,22)
Lo Spirito di Cristo ci dona la grazia di pregare, di agire secondo il Vangelo, ci rende capaci di gratuità e ci dona coraggio e dedizione nella ricerca del bene comune, attivandoci per realizzarlo, pagando di persona con spirito oblativo, senza farlo pesare e senza vantarsi.
Allora comprendiamo la profonda verità del rimprovero che Cristo rivolge alla chiesa di Laodicea, ma che risulta attuale, illuminante anche per ognuno di noi: “Così parla l’Amen, il Testimone fedele. Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido”… (Ap. 3,14-16) cioè MEDIOCRE, allora non potrai sperimentare la COMUNIONE VITALE CON ME…
Perché anche noi, oggi, possiamo ritrovarci in questa grave situazione? Perché siamo tentati: • di esagerare le dif coltà della vita che conduciamo, alimentando paure e mormorazioni; • di af evolire la nostra dignità di gli di Dio.
E così veniamo a compromessi con la logica del mondo e le realtà marginali che non hanno consisten- za, tralasciando le realtà fondamentali, eterne (Cristo-Parola-Eucarestia).
“Mostrati dunque zelante e ravvediti….Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta…”: facciamo memoria come è stato presente il Signore, in tanti momenti della nostra vita. Da parte nostra siamo chiamati ad assumere due atteggiamenti fondamentali: “Ascoltare e aprire la porta del nostro cuore a Cristo”.
Ascoltare: trovando più spazi per stare con il Signore e ascoltare la sua Parola, mettendola in pratica, decidendoci a cambiare alcune nostre abitudini negative e contraddizioni:
• per esempio è molto dif cile lasciarsi amare dal Signore e anche dalle persone con le quali abbiamo a che fare. Che conversione liberante e feconda di bene possiamo raggiungere, quando sappiamo anche ricevere dagli altri con umiltà e gratitudine …
• decidersi nalmente a vivere il comandamento di lasciarci lavare i piedi dagli altri e lavare con umiltà e trepidazione i loro. Questo forte invito di Cristo (dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri) va accolto e vissuto anche quando ci sono disagi causati da litigi, che possono avvenire, anche nella nostra co- munità, nei nostri ambienti. È l’invito a non accusarsi a vicenda o a non criticare alle spalle, ma a farsi reciprocamente la “carità della verità”.
• Risanare la separazione tra fede, celebrazione e scelte concrete.San Paolo ci invita all’unità e alla coerenza di vita (cfEf. 4).
Gesù ci ribadisce “sapendo queste cose sarete beati se mettete in pratica” (Gv 13).
don Mirco