“Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio” – Marcia della Pace 21 Gennaio 2018

Domenica 21 gennaio 2018 la Parrocchia di Orciano ha organizzato l’annuale Marcia della Pace, incentrandola sul Messaggio scritto dal Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (che cadeva il 14 gennaio). I 4 verbi del messaggio del Papa “ACCOGLIERE, PRO- TEGGERE, PROMUOVERE E INTEGRARE i migranti e i rifugiati” hanno accompagnato anche i partecipanti alla marcia.

A guidare il corteo, partito dalla chiesa di San Cristoforo,

sono stati i bambini, i ragazzi e i catechisti delle varie classi che, a turno, aprivano la marcia con i loro lavori e, ad ogni momento di pausa e ri es- sione, hanno spiegato ai convenuti le motivazioni e/o il percorso dei cartelloni e delle scritte da loro realizzati.

ACCOGLIERE – Nella prima tappa un giovane Montanari Michele ci ha raccontato come per accogliere ci sia bisogno di muoversi, di sperimentare “un incontro personale” Infatti è stato proprio “l’incontro vero, faccia a faccia” che lo ha condotto dapprima a dare il proprio tempo come Volontario, per poi trasformare la sua “passione” in lavoro, diventando operatore (della Cooperativa “Il labirinto” che accoglie e segue numerosi migranti nei nostri territori) e offrendo loro viso e sorriso accoglienti, orecchie e cuore pronti ad ascoltarli e accompagnarli lungo il dif cile percorso di “integrazione”.

PROTEGGERE – La seconda tappa, ha visto Aguzzi Elena portare la propria testimonianza in qua- lità di operatrice del “Progetto Salute” della Caritas Diocesana, che mira ad offrire una risposta al bisogno di salute di persone in forte disagio economico e/o senza ssa dimora. Lo scopo del Progetto è quello di proteggere la loro salute, garantendogli visite e/o cure da parte di medici volontari e prestazioni erogate attraverso convenzioni stipulate con Cooperative, Studi medici, Poliambulatori, Laboratori di analisi e una Farmacia.

PROMUOVERE – Grazie all’intervento di Franceschetti Sergio, gli intervenuti hanno ascoltato come “muovere in avanti” “impegnarsi perché venga messo in moto qualcosa in favore di altri” possa e debba signi care “aggiustare il tiro” a seconda dei bisogni delle persone e delle situazioni che cambiano. Così, dall’originario gruppo “Un sorriso per la Bosnia” che a partire dagli anni ‘90 operava fra l’Italia e la Slovenia (nei campi profughi) nel critico momento della “guerra dei Balcani”, offrendo aiuti, animazione e ospitalità, è poi giunto il momento in cui è nata, come in un’ideale continuità, l’associazione “Lutva” che attualmente propone attività culturali per i più giovani per raccontare la Bosnia e i Balcani da prospettive diverse e attraverso testimonianze. Tali percorsi, della durata di 4 mesi, culminano con un viaggio di istruzione che permette, alle classi delle superiori che lo scelgono, di vedere, ascoltare e vivere un’esperienza diretta e per- sonale in Bosnia Erzegovina.

INTEGRARE – Deias Samuele, da 25 anni vice-presidente della Cooperativa Co.ha.la., ha rac- contato come la nostra attuale società abbia in sé un grave handicap: quello di escludere, di fare a meno, di catalogare le persone in base ai rigidi criteri di ef cienza, di cultura o di ricchezza economica.

Ed è proprio per contrastare questa tendenza, sempre più diffusa, che è nata la Cooperativa Co.ha.la. Lo scopo? Essere un luogo nel quale sperimentare che è possibile un “altro” modo di stare insieme, dove costruire un “mondo” in cui le persone cooperano, collaborano tra loro, dove “mettere insieme capacità e sensibilità diverse” ma tendendo insieme ad un obiettivo comune; un “mondo” dove non si considera la persona per quello che riesce a fare, a dire, a consumare, a possedere (“il consumatore”), ma in base alla propria qualità di persona ed al proprio partecipare della relazione umana, fatta di accettazione, accoglienza e prendersi cura l’uno dell’altro (“la persona tutta intera”).

“DULCIS IN FUNDO” – La Marcia si è conclusa nella chiesa di San Cristoforo con una bellissima e struggente canzone di Guenci Luigi, “Lampedusa”, che gli ha fatto ricevere il primo premio del concorso “Music gallery” dalle mani di uno dei più grandi compositori italiani, Mo- gol. Accompagnato dalla chitarra e dall’armonica, Luigi ha suonato e cantato “Lampedusa”, confessando però che la sua passione non è cantare, ma comporre testi di canzoni… e vista l’intensità del testo proposto (sui migranti che approdano o che non raggiungono la terra della speranza) l’augurio è che ce la possa fare a tramutare i sogni in obiettivi.

Un ringraziamento del parroco don Mirco Ambrosini a tutti i convenuti e ai “testimoni” ha chiuso la Marcia 2018, una marcia che sta assumendo toni sempre più de niti e precisi e che mira a far risuonare i segni di speranza che si alzano dai nostri territori. Allora buon cammino a tutta la comunità verso una PACE e una COMUNIONE che sia sempre più vera, profonda e così concreta da CAMBIARE LA VITA ALLE PERSONE… IN MEGLIO ovviamente.

Pierluigi Patregnani

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