IV Domenica Pasqua – Anno B

“Domenica del Buon Pastore”

 

Vangelo

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,11-18

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.

Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Parola del Signore

 

UNO SOLO È IL BUON PASTORE! SOLO UNO È IL GREGGE!

Uno solo è il Pastore perché uno solo, Dio, ha la capacità che serve per amare in modo totalmente gratuito … anche quando non viene ascoltato, anche quando non viene seguito!
Solo Lui è così libero da amare senza chiedere alcuna contropartita, senza che gliene torni nulla in cambio: nonostante tutto Lui ama e continua ad amare e a sperare nella conversione, nel cambiamento di direzione, di vita, delle sue pecore.
Le ama così tanto che dà la sua vita per difenderle da ogni aggressione, interna o esterna!

Sì, perché spesso molti pericoli ce li andiamo a cercare da soli, accogliendo come vere le parole del “menzognero” e agendo, magari in modo inconsapevole, con fini egoistici.
Amiamo i nostri famigliari e i nostri amici e/o fratelli, ma spesso vogliamo essere contraccambiati, speriamo che i nostri “sacrifici” siano apprezzati, i nostri consigli seguiti e, quando non accade, o ci rimaniamo male o ci arrabbiamo o, quanto meno, rimaniamo delusi e tristi perché non ci sentiamo apprezzati! Insomma il nostro amore non è tanto libero e disinteressato! E quante volte ci capita di fuggire come il mercenario o rinchiuderci (o ritirarci dentro di noi), delusi e tristi per le delusioni subite! Insomma tutti noi siamo un po’ mercenari che si aspettano una “ricompensa” per ciò che fanno!

Invece Dio, che ci conosce bene, sa cosa c’è nel nostro cuore, e … proprio per questo ci ama e si dona a noi: perché il calore del suo amore sciolga i nostri rigidi egoismi!
I miei, i tuoi, i nostri egoismi … ma anche quelli degli altri!

Certo! Dio non ama qualcuno sì e altri no!
Ogni persona chiamata all’esistenza è un figlio di Dio e, come tale, è una delle sue pecorelle che Lui ama e chiama e conosce e guida!

Tanti sono i recinti (e troppi gli steccati che noi alziamo):
noi, voi, loro … I vicini, i lontani, quelli che girano intorno, la periferia… quelli che stanno “dentro”, quelli “di fuori”, quelli indecisi …. I forti e i deboli, gli insicuri …
I cristiani: cattolici, protestanti, ortodossi…
I non cristiani: buddisti, musulmani, induisti, taoisti…
I materialisti e gli atei…
Quante etichette!! Quante divisioni!
Ma per Dio un solo gregge!!
E per ognuna di queste pecore Gesù, il pastore buono, offre una volta per tutte la sua vita!!

(Pierluigi Patregnani, Lettore)

print