XIV DOMENICA t. o.anno B

Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,1-6

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.

Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Parola del Signore

 

Brutti tempi per i profeti… da sempre!
In ogni tempo e in qualsiasi situazione, Dio non manca di essere fedele all’umanità e resta in mezzo ad essa, anche nei momenti più bui, anche quando gli uomini non vogliono sentire la voce di Dio.
Anche in quei momenti Dio fa in modo che in mezzo ad essi ci sia sempre qualche suo profeta! Qualcuno che sia disposto ad ascoltare, a dar credito a Dio, c’è sempre: il problema è che spesso non viene ascoltato. E molto peggio ancora, viene osteggiato, perseguitato e misconosciuto, quando addirittura non deriso, picchiato o ucciso!
Non è così anche oggi? Basta portare la Parola di Dio in un dialogo, ma è sufficiente andare a messa o, ancor “peggio”, fare delle scelte chiedendosi cosa farebbe Gesù al mio posto, domandarsi quali siano le scelte cristiane nell’educazione dei figli… per sentirsi “accusati” di “credere ancora in Dio”! Ma se il profeta può anche scoraggiarsi, non così Dio: “Ascoltino o non ascoltino, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro” (Ez. 2,5).

Stupore e incredulità
Vivere, oggi come allora, in mezzo a una società che non ha più il proprio riferimento in Dio, conduce ad una vita controcorrente che suscita scalpore, scandalo: tu, che sei uno di noi, come fai a ragionare così, ma non vedi come va il mondo?
La visione del profeta, che è quella che gli comunica Dio, è scomoda, chiede di guardare e puntare in alto: un buon esempio è Papa Francesco, un profeta dei nostri tempi, ascoltato se, e finché, fa comodo. Quando invece, con la sua disarmante e semplice verità, scardina certezze e comodità ormai sedimentate e diventate abitudini, allora diventa uno che dà scandalo. Guai a richiamare noi cristiani (e tutti le persone di buona volontà) all’accoglienza, all’apertura, alla preghiera e alla meditazione, all’onestà e alla semplicità… già queste cose noi cristiani le sappiamo… e spesso ci fa comodo non farle!!

Spina nel fianco
Un profeta è sempre una spina nel fianco ovunque vada, ma ancor di più in casa propria e nella famiglia d’origine: chi l’ha visto crescere, l’ha visto piccolo, debole e fragile come tutti i bimbi, indeciso ma allo stesso tempo veemente come tutti gli adolescenti… e adesso da dove tira fuori tutte queste idee strane, come si permette di riprendere tutta una comunità!!???
Ma il profeta non è un uomo perfetto, certo anche lui sbaglia e anche lui ha (almeno) una spina in sé (come ci confida San Paolo nella seconda lettura di oggi) che gli rammenta sempre che pure lui ha bisogno della misericordia di Dio che tutti ama, non solo i perfetti (che non esistono!).

Fratello tra i fratelli
Annunciare la Parola di Dio ai fratelli è sempre un servizio che va vissuto con la consapevolezza di portare una Parola che è di Dio, e non nostra. Ma quella parola annunciata agli altri non è sempre facile da vivere neppure per il profeta, ed è possibile che lo stesso profeta non la realizzi sempre nella sua vita… ma ciò non rende meno vera la Parola di Dio| Certo la coerenza per un profeta è fondamentale e… proprio per questo, il suo annuncio deve restare intriso d’amore per i fratelli a cui rivolge il messaggio di Dio.
Consapevole di non essere migliore o superiore agli altri, il profeta vive nella e della misericordia di Dio che gli affida un “ingrato” compito: far da sentinella, da sveglia, da coscienza ai fratelli, pur restando consapevole di essere amato da Dio, come gli altri, proprio perché peccatore e bisognoso della grazia di Dio, del suo continuo perdono… come ogni altra persona.
C’è strada da fare, fratelli! Continuiamo a seguire Cristo, sapendo che cadremo di nuovo, ma con la certezza incrollabile che Dio sarà sempre al nostro fianco per sorreggerci e rialzarci!

Pierluigi Patregnani, lettore

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