ANTONIO BATTISTINI, NELL’ANNIVERSARIO

Toni e le sue amate colline

L’opera pittorica di Antonio Battistini è un Inno al Creato. Egli è stato innanzitutto un educatore, in diversi ruoli, da quello istituzionale o professionale dell’insegnante a quello del formatore volontario dei giovani di molte leve giovanili, esteso alla formazione in reciprocità degli adulti.
Il suo sguardo di artista del pennello e del bulino, con qualche passaggio alla penna per la relazione più intima con amici e familiari, ha privilegiato la Collina.
Questa è un soggetto sempre meno curato dagli umani del nostro tempo, più rivolti all’interesse personale ed alla ricerca del consenso altrui sul proprio fare, ma il più curato ed amato nel mondo dell’arte figurativa, anche se per secoli ha fatto da sfondo rispetto al protagonismo della figura umana.
L’amico Toni ha trattato le colline di Orciano, Barchi, Fermignano, Urbino, alcune più dolci, talune più aspre, per averle amate in modo tutto suo: c’è nato e c’è vissuto, pur non disdegnando avventurose esperienze comuni al mare ed esperienze straordinarie in montagna.
L’ambiente della collina gli si addice in modo particolare, perché è staro la sua “nicchia di riconoscimento” nella vita ordinaria e nella esperienza straordinaria di artista. C’è in Toni e nella Collina una corrispondenza d’amorosi sensi, perché, se è stata il soggetto privilegiato della sua opera, è stato l’ambiente (ciò che ci circonda) delle passeggiate ed escursioni con gli amici, il luogo delle prime adolescenziali, delle continuative ed ultime confidenze.
Nelle opere di grandi artisti la collina fa da sfondo, ma è curata nella sua rappresentazione pittorica non meno dei personaggi committenti che “pagavano”.
La collina non pagava, una volta, e non paga neppure oggi: è relegata a margine della produttività, ma propone in tutta discrezione le sue tracce sulla via del futuro. E’ il messaggio che Toni ha lasciato con la sua opera.
Per tanti motivi egli è legato al mondo umano ed ambientale della collina: per la sua umiltà, per i ritmi di vita più consoni alla natura umana, per la visione serena e serenante, per il modo di viverla, in cui si alternano salite e discese, si propongono brevi spazi pianeggianti, il tutto facilmente accostabile come metafora ai significati della vita.
L’insistere che Egli fa su visioni di luoghi simili fra loro … e lo scrutarli a fondo con una incisiva cura disegnativa o il contemplarli invece come snodatura di colorazioni mutevoli al mutare delle ore e delle stagioni, ecco proporci una ricerca investigativa e mai appagata e un attaccamento profondo a quanto egli ama. (Francesco Carnevali, suo insegnante e Maestro).
Antonio Battistini ha descritto in modo suo, originale ed ispirato, la Collina, perché per capirla ed amarla l’ha percorsa a piedi innumerevoli volte, ed insegna che per capirla, apprezzarla e gustarla va camminata.
Essa si apre in campi coltivati e quasi si nasconde in piccole macchie disposte in ordine sparso ed offre la possibilità di trovare le necessarie e proficue corrispondenze tra Umano e Natura, le corrispondenze che rivelano all’animo ciò che era già dentro, ma emergono solamente per sollecitazioni esterne: L’uomo scopre nel mondo solo quello che ha già dentro di sé, ma ha bisogno del mondo per scoprire quello che ha dentro di sé. (H. von Hofmannsthal, Il libro degli amici).
Ma già Dio aveva detto ad Abramo, il campione biblico della speranza,  con un invito perentorio, Va verso te stesso.

Rodolfo Tonelli

Biografia Toni Battistini

Toni con alcuni studenti

È nato a Vergineto di Barchi il 10 marzo 1941; ha vissuto parte dell’infanzia e l’adolescenza in Orciano di Pesaro.

Ha frequentato l’Istituto d’Arte G. Apolloni di Fano, in seguito l’Istituto Statale d’Arte Scuola del Libro ad Urbino e il Corso Superiore di Arti Grafiche. Ha insegnato ad Ascoli Piceno e poi ad Urbino, dove conclude il suo iter all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (I.S.I.A.).

È cittadino onorario di Barchi, Orciano, Fermignano ed Urbino per impegni di lavoro e di formatore nella fede, di cui ha dato testimonianza umile e forte, nel ruolo di catechista e di animatore della Pastorale familiare e nella Caritas parrocchiale e, infine, nell’affrontare con serenità la sua lunga e dolorosa malattia, che ha concluso la sua esistenza il 2 settembre 2012 . L’amore per la Collina e per la Montagna ha dato un tocco originale alla sua testimonianza di fede cristiana. 

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