Niente di questo mondo ci risulta indifferente
3. Più di cinquant’anni fa, mentre il mondo vacillava sull’orlo di una crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse un’Enciclica con la quale non si limitò solamente a respingere la guerra, bensì volle trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggio Pacem in terris a tutto il “mondo cattolico”, ma aggiungeva “e a tutti gli uomini di buona volontà”. Adesso, di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta. Nella mia Esortazione Evangelii gaudium, ho scritto ai membri della Chiesa per mobilitare un processo di riforma missionaria ancora da compiere. In questa Enciclica, mi propongo specialmente di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune.
4. Otto anni dopo la Pacem in terris, nel 1971, il beato Papa Paolo VI si riferì alla problematica ecologica, presentandola come una crisi che è «una conseguenza drammatica» dell’attività incontrollata dell’essere umano: «Attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione».[1] Parlò anche alla FAO della possibilità, «sotto l’effetto di contraccolpi della civiltà industriale, di […] una vera catastrofe ecologica», sottolineando «l’urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell’umanità», perché «i progressi scientifici più straordinari, le prodezze tecniche più strabilianti, la crescita economica più prodigiosa, se non sono congiunte ad un autentico progresso sociale e morale, si rivolgono, in definitiva, contro l’uomo».[2]
COMMENTO AI PARAGRAFI 3 E 4 LAUDATO SI’
Che bello, sapere di essere parte di una Chiesa e una Comunità che ha a cuore la cura del creato, della Pace sulla terra e dello sviluppo integrale di tutte le persone. E vedere che s’impegna a diventare testimone e interlocutore privilegiato per tutto il mondo: credenti, non credenti e istituzioni.
Vivo parte del mio tempo con persone non praticanti o non credenti e m’inorgoglisco vedere come Papa Francesco e la Chiesa tutta siano riusciti con la Laudato sì, nel loro intento di parlare anche a chi non crede o di poter portare questa testimonianza così attuale e dirompente a chi ancora non la conosce.
Mi riconosco anche nel fatto che questa enciclica vuole “entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune” perché è consapevole che oltre a diffondere verità diventata nel tempo assoluta, necessaria e comune a tutte le persone di tutto il mondo si rivolga a tuttiperché solo insieme usciremo da questa situazione, solo con uno sforzo comune potremo affrontare il problema andando alla radice.
Ci siamo passati da poco durante l’isolamento richiesto per superare la pandemia, abbiamo rinunciato tutti insieme a qualcosa di nostro, in termini di tempo e di spazio, per fare in modo che tutti tornassimo a stare di nuovo bene insieme. Ecco! Sarebbe necessario mettere lo stesso sforzo e avere lo stesso obiettivo per la cura della nostra Madre Terra.
E penso che Orciano da questo punto di vista e nonostante le piccole dimensioni ha tante testimonianze che vivono già di questo presupposto: come il Gruppo di acquisto solidale, i risultati raggiunti con la raccolta differenziata, la Cohala, la casa famiglia, le diverse iniziative della parrocchia e tutte le realtà associative. Tante persone che mettono a disposizione il loro tempo per il benessere comune…
Mentre ho scritto queste poche righe avevo come sottofondo musicale questa canzone…
https://www.youtube.com/watch?v=r5yRXiIX8IA
La condivido anche con voi!
Tatjana Cinquino
[1] Lett. ap. Octogesima adveniens (14 maggio 1971), 21: AAS 63 (1971), 416-417.
[2] Discorso alla FAO nel 25° anniversario (16 novembre 1970), 4: AAS 62 (1970), 833.