7. Questi contributi dei Papi raccolgono la riflessione di innumerevoli scienziati, filosofi, teologi e organizzazioni sociali che hanno arricchito il pensiero della Chiesa su tali questioni. Non possiamo però ignorare che anche al di fuori della Chiesa Cattolica, altre Chiese e Comunità cristiane – come pure altre religioni – hanno sviluppato una profonda preoccupazione e una preziosa riflessione su questi temi che stanno a cuore a tutti noi. Per citare solo un esempio particolarmente significativo, voglio riprendere brevemente parte del contributo del caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con il quale condividiamo la speranza della piena comunione ecclesiale.
8. Il Patriarca Bartolomeo si è riferito particolarmente alla necessità che ognuno si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta, perché «nella misura in cui tutti noi causiamo piccoli danni ecologici», siamo chiamati a riconoscere «il nostro apporto, piccolo o grande, allo stravolgimento e alla distruzione dell’ambiente». Su questo punto, egli si è espresso ripetutamente in maniera ferma e stimolante, invitandoci a riconoscere i peccati contro la creazione: «Che gli esseri umani distruggano la diversità biologica nella creazione di Dio; che gli esseri umani compromettano l’integrità della terra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le sue zone umide; che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l’aria: tutti questi sono peccati». Perché «un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio».
I messaggi che ci vengono dati da scienziati, filosofi, teologi, Chiesa Cattolica, vescovi e papi hanno tutti una preoccupazione comune: l’inquinamento del Creato.
Anche in questo lungo periodo di COVID-19 abbiamo capito cosa significa condividere una stessa preoccupazione. Tutti infatti avevamo le stesse paure,gli stessi sentimenti e un nemico invisibile da combattere insieme,con sacrifici e responsabilità. E’ proprio durante questi mesi che molte voci, a cominciare da quella di Papa Francesco, hanno incoraggiato con parole e gesti significativi a vivere questo tempo come tempo di grazia, come opportunità per ripensare il nostro modo di vivere e le nostre relazioni con noi stessi, con gli altri e con il Creato. Creato che da tempo aspetta con impazienza che ci svegliamo e ritroviamo la nostra vera umanità.
La quarantena dell’uomo però ha portato benessere alla natura. La natura infatti si è ripresa i suoi spazi, quegli spazi di cui l’uomo si era appropriato e dove aveva costruito, distrutto, inquinato. L’aria è diventata più pulita e gli animali selvatici hanno cominciato a popolare le nostre città: lupi, cinghiali, orsi, anatre e scoiattoli hanno varcato i confini, si sono spinti in luoghi per loro insoliti, fino alle nostre abitazioni.
Mai come in questo momento storico, le parole del Patriarca Bartolomeo risuonano attuali: è importante che l’uomo riconosca il suo “apporto, piccolo o grande, allo stravolgimento e alla distruzione dell’ambiente”, si penta del proprio modo di maltrattare il pianeta e dei peccati commessi contro la creazione di Dio. Le sue parole lanciano un grido d’allarme per le ferite della Terra, ma sono al tempo stesso una forte dichiarazione d’amore nei confronti della meraviglia del Creato.
L’ambiente stava soffocando, bruciando ed era saturo d’inquinamento. L’unico aspetto positivo di questa tragedia è stato quello di riscoprire un ambiente sano e pulito. L’ambiente, senza l’uomo, ha ripreso a “respirare”.
Non rendiamo tutte le conquiste della natura vane, questa generazione deve impegnarsi a lasciare un pianeta il più pulito possibile per le generazioni future.
Maria, Giada ed i ragazzi di 2^media.