Corso Biblico – ATTI DEGLI APOSTOLI 9,1-9

Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.

COMMENTO

Saulo il fariseo perfetto, batte il muso su quel terreno intriso del sangue di Gesù e del suo primo martire Stefano, Questa volta non raccoglie i mantelli degli uccisori di Stefano, ma raccoglie profeticamente il mantello di Stefano la sua eredità(Vedi il mantello di Elia raccolto dal profeta Eliseo).
Luca da adesso imprime una marcia in più al suo racconto, e al camnino della Parola il fariseo integerrimo Saulo accecato dall’amore di Dio, muore e risorge a vita nuova. Coloro che fino al quel momento combatteva per proteggere il Dio di Israele , diventano il volto sofferente di Gesù “Perché mi perseguiti ? “ la folgorazione della luce divina per Saulo, è l’aprirsi di una porta del cuore ermeticamente chiusa che neppure lui sapeva di avere.
La momentanea cecità prelude all’esperienza di una vista più chiara di quando pensava di vedere bene, ma vedeva solo “uomini come alberi che camminano” come il cieco di Betsaida. (Mc8,22-26).
Ma andiamo per ordine se soprattutto con calma.
Avevamo intravisto Saulo di Tarso che in disparte approvava la lapidazione di Stefano e teneva i mantelli dei lapidatori.
Ma chi è Saulo ? E’ un ebreo abitante di Tarso una fiorente cittadina Romana della Cilicia, l’attuale Turchia sud orientale confinante con la Siria. Saulo è figlio di ebrei che hanno acquisito la cittadinanza romana, probabilmente perché benestanti dato che possono permettersi di mandare Saulo a studiare a Gerusalemme. (probabilmente conosceva molto bene, il greco, il latino e l’ebraico) Esisteva infatti a Tarso una colonia di ebrei della diaspora, molto fiorente.
Saulo quindi ha la cittadinanza romana ereditata dai genitori, e di questa si servirà quando chiederà, arrestato, di essere giudicato da Cesare, a Roma come tutti i cittadini romani. Dove porterà a termine il progetto di Dio su di lui.
Come dicevamo Saulo è stato educato alla cultura greca ma essendo ebreo aveva attinto a piene mani alla cultura ebraica. Infatti era allievo alla scuola del rabbino Gamaliele, maestro della legge molto famoso e rispettato, faceva parte di una corrente più aperta e disponibile verso i proseliti. E’ quel Gamaliele che cercò di difendere gli Apostoli quando furono arrestati (Atti 5) e disse quella famosa frase “non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio” (Atti 5,39) Saulo è parte di questa scuola e anche a lui stava a cuore la salvezza dei pagani attraverso una osservanza scrupolosa della legge di Dio.
Di fronte ai discepoli di Gesù, che lo proclamavano Messia agli occhi dei farisei , e quindi di Saulo tutto ciò rischiava di causare uno scisma che stava coinvolgendo larghi strati di popolazione. quindi pieno di zelo e con una determinazione tutta speciale, perseguita i discepoli di Gesù. Non solo a Gerusalemme ma li va a cercare come vedremo anche in terra straniera.
Le lettere di cui parla il branosono delle richieste da parte del sommo sacerdote, che in quel periodo era ancora quel Caifa che fece condannare Gesu’, ai capi delle Sinagoghe di autorizzare Saulo a prelevare i seguaci di Gesù e trascinarli in catene a Gerusalemme per essere interrogati e incarcerati .
Alcuni esegeti discutono sul reale potere del Sinedrio di Gerusalemme di effettuare questi arresti. Comunque I capile Sinagoghe avevano un qualche potere di costrizione riguardo agli ebrei del luogo e Saulo era stato inviato con mezzi forse eccessivi a prevenire il diffondersi di una setta che sembrava appunto molto pericolosa.
Infatti si discute sul fatto che quella di Stefano più che una esecuzione di una condanna fosse stato un linciaggio vero e proprio.
Spinto quindi da questo fervore Saulo prende la strada di Damasco, che era il capoluogo della provincia Romana della Siria.
Ma è proprio su questa strada che qualcuno lo aspetta, i disegni di Dio di quel dio che Saulo amava tanto da perseguitare con ogni mezzo i presunti avversari, gli sbarra la strada.
Saulo fa l’incontro della vita. L’incontro che cambierà totalmente il suo progetto. Era un giovane molto ben formato e determinante era già un rabbi , avrebbe sicuramente fatto carriera, all’interno Sinedrio. All’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadde a terra.
Tanti artisti hanno raffigurato questa scena. La più densa di significato è quella del Caravaggio che vi ho portato questa sera. Abbiamo due dipinti del Caravaggio riguardanti la caduta di Saulo. In tutti e due c’è la caduta da cavallo. Gli atti, dove il fatto è ripetuto per altre due volte (Atti 22,6-16 e Artti26,12-18) e lo stesso SAULO nelle sue lettere non parla di caduta da cavallo.
Quindi lasciamo questa immagine ai pennelli e alla fantasia degli artisti e teniamoci il dubbio , che sicuramente non sarà il motivo che ci cambia la vita. Comunque in tutti e due i dipintiè raffigurata la caduta ma mentre nel quadro più famoso notiamo Saulo a terra sereno che tende le braccia alla luce. In quello meno famoso si copre gli occhi, accecato, mentre in alto a destra c’è Gesù che gli tende le mani. Per gli estimatori della musica classica se avete due ore di tempo c’è una bellissima opera di Mendelssohn “Paulus” da ascoltare. Io ci ho provato è molto bella.
Ma ora mettiamo da parte l’arte e rituffiamoci sul significato di questa caduta. Caduta avvenuta perché Saulo, è stato invaso dalla luce di Cristo che lo acceca. E’ in questo frangente che si instaura il dialogo della vita. La voce che dice Saulo, Saulo, Saulo perché mi perseguiti ? e Saulo pur nella drammaticità del momento chiede spiegazioni “chi sei o Signore ? Io sono Gesù che tu perseguiti.
In questo dialogo stupendo e drammatico in cui la luce ci riporta alla trasfigurazione, avviene l’inimmaginabile, l’uomo caparbio e pieno di sé si incontra con il figlio di Dio perseguitato nelle persone dei suoi discepoli.
teniamo presente quell’”io sono” che è Dio che rivela il suo nome sull’Oreb a Mose’ presso il roveto ardente)
Quindi colui che si rivela a Saulo è il figlio di quel Dio adorato dai Giudei e in modo così caparbio da Saulo. Gesù è morto sulla Croce ed è Risorto. Per Saulo Gesù èmorto sulla croce come un malfattore, come può perseguitarlo?
Gesù attraverso Luca non parla solo a Saulo ma a tutti i violenti di questo mondo e avverte che chi perseguita i discepoli di Gesù perseguita Gesù stesso. Chi maltratta il corpo della Chiesa maltratta il suo capo. Questo è un monito per tutti noi quando ci trattiamo da nemici e diffondiamo odio e maldicenze. Riaffiorano anche alla nostra mente le parole profetiche di Gamaliele maestro di Saulo “non vi accada di combattere contro Dio”.
Questo ci fa capire che per Saulo più che una conversione, e’ una percezione che il Dio creatore, il Dio di Israele opera attraverso Gesù. Che la Torà, la legge, rileva il peccato ma non salva. La salvezza arriva da colui che si dona sulla croce per tutta l’umanità. E’ come se questa verità gli scoppiasse nel cuore.
Paolo quasi esamine è accompagnato dai suoi arriva a Damasco cieco e frastornato. Viene ospitato in una casa di un tale di nome Giuda forse suo amico dove non mangia e non beve per tre giorni.
Ne frattempo il Signore appare a un certo Anania, un discepolo, al quale chiede di andare a cercare Saulo, gli da anche l’indirizzo, gli dice vai, stà pregando.
Anania conosceva ciò che Paolo andava facendo, a paura, prova a opporsi, ma poi ubbidiente va da Saulo che era stato già avvisato in visione dal Signore.
Anania è un personaggio minore in questa vicenda, non sarà più nominato, ma è fondamentale per il cammino di comprensione di Saulo, perché sarà lui che lo introdurrà nella Comunità imponendogli le mani. Lo chiamerà fratello mio, è il perdono, è l’accoglienza del nemico toccato dall’amore di Dio. E’ veramente il miracolo dell’Amore di Dio che trasforma il cuore. A volte incontriamo tante persone, tanti Anania sul nostro cammino che vogliono introdurci al cospetto di Dio, ma ripiegati sui nostri pensieri non li vediamo. Luca in queste ultime battute ci descrive la conversione di Saulo sigillata dal sacramento del battesimo.
I tre giorni di cecità e di digiuno, ci ricordano il segno di Giona, che rimase tre giorni al buio nel ventre del pesce. Ci ricorda Il triduo della morte e risurrezione di Gesù. Poi Il digiuno e la Preghiera in preparazione al Battesimo e l’irruzione dello Spirito Santo che mette il suo sigillo sull’uomo nuovo.
Ed ecco le squame che cadono (libro di Tobia) e Saulo recupera la vista.
In tutto questo tempo abbiamo usato il nome di Saulo, il suo nome ebraico. Ora possiamo cominciare a chiamarlo Paolo,(il piccolo)colui che si fa piccolo di fronte a Dio. l’apostolo delle genti, Ma Paolo non rinnegherà mai in suo passato, e come vedremo in seguito non mancherà mai fino all’ultimo, prigioniero a Roma di annunciare il Cristo risorto prima ai fratelli ebrei poi ai gentili perchè ora e di Cristo è stato afferrato da lui, e dirà: “ora è lui che vive in me.” Ha scoperto che oltre la legge c’era molto molto di più, non ci si salva per l’ubbidienza alla legge ma per l’amore gratuito di Dio. Perché Dio non è giudizio ma è amore puro.
Ora è pronto per quel cammino, dove da persecutore per amore di Dio, diventerà perseguitato per amore di Gesù il Cristo con la stessa irruenza, testardaggine e caparbietà. Cristo gli ha cambiato il cuore non il carattere.
Naturalmente i fatti descritti questo brano hanno un intelaiatura coni molti riferimenti all’antico testamento, che Luca usa per descrivere le scene.
Ma l’importante per noi è comprendete che a volte non basta essere giusti e difendere con testardaggine la nostra giustizia, la nostra idea ma avere una sana e solida inquietudine per accogliere la “crisi” e far affiorare il dubbio quando quello che facciamo non è intriso, di umiltà, di amore, di prossimità verso i fratelli.
Essere quindi docili e aperti alla sua azione , che lavora nel nostro cuore. La folgorazione che ha avuto Saulo è stato il culmine di un lavorio che il Signore a compiuto in quel cuore indurito forse già quando il sangue di Stefano scorreva dalle ferite , il suo volto sereno che osservava Gesù risorto nella Gloria alla destra del Padre. La morte di un giusto.

Fiorello Ciaramicoli

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