
Intanto quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorchè ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù.E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore.
La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia.
Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore.
Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia.
Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani. In questo tempo alcuni profeti scesero ad Antiochia da Gerusalemme.
E uno di loro, di nome Agabo, alzatosi in piedi, annunziò per impulso dello Spirito che sarebbe scoppiata una grave carestia su tutta la terra. Ciò che di fatto avvenne sotto l’impero di Claudio.
Allora i discepoli si accordarono, ciascuno secondo quello che possedeva, di mandare un soccorso ai fratelli abitanti nella Giudea; questo fecero, indirizzandolo agli anziani, per mezzo di Barnaba e Saulo.
COMMENTO
SI RIPARTE DA STEFANO
La sincerità e l’umiltà di Pietro, hanno convinto gli anziani di Gerusalemme, che Dio, attraverso il suo Spirito agisce anche sui pagani. Il seme è stato gettato, ora la strada verso il Regno di Dio si allarga per far posto al mondo che si mette in cammino. Si è realizzato il desiderio di Luca, far aprire la strada a Pietro, colui al quale Gesù disse “pasci le mie pecore” e “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”, poi con lui saranno gli altri, tanti altri che provvederanno alla diffusione del Vangelo, ma le porte le ha spalancate lui, il grezzo e testardo pescatore di Galilea, ma innamorato di Gesù.
Detto questo, Luca riparte da Stefano, e dalla persecuzione scatenata da Paolo. E’ un momento difficile per la Chiesa nascente, la morte di Stefano è stato un duro colpo per la comunità. La morte violenta di un giusto, crea sconcerto. Ma la Parola e lo Spirito Santo approfittano dei mille rivoli umani che si creano anche nello sconcerto e nella paura. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo, anche se a volte la vita sconvolge tutti i nostri piani a lunga scadenza lo Spirito del Padre è sempre all’opera.
Luca ci racconta dei tanti fuoriusciti da Gerusalemme, che dopo la morte di Stefano, raggiungono terre lontane, ma portano nel cuore con loro, quel tesoro che nessuno può rubare o uccidere, quel seme di speranza che è il Vangelo di Gesù Cristo. La buona notizia che da speranza e coraggio per andare avanti. Infatti, dice Luca, alcuni di loro provenienti da Cipro e da Cirene, giungono ad Antiochia e comincino a parlare anche ai Greci testimoniando che Gesù è il Signore.
PERCHE’ ANTIOCHIA ?
Antiochia era la terza città tra le più grandi dell’impero Romano, dopo Roma e Alessandria d’Egitto, contava circa 500.000 abitanti, rappresentaval’ epicentro della politica Romana in Oriente. Si situa sulla grande via di comunicazione che collegava l’Asia con il Mediterraneo. Era inoltre il maggior centro intellettuale del mondo orientale, dove si incontrava la cultura Aramaica e quella Ellenistica.
Antiochia essendo un crocevia di popoli , tollerava al suo interno culture e religioni diverse.
Nulla di strano quindi che alcuni tra i Ciprioti e abitanti di Cirene che avevano nel cuore la gioia della scoperta della buona notizia, cominciassero a raccontarla ai propri corregionali. Niente di programmato a tavolino quindi. Ma è il seme sparso che comincia ad attecchire sul terreno buono.
Teniamo conto che i destinatari della predicazione della Parola questa volta sono pagani in tutto e per tutto. Cornelio pur essendo pagano era comunque “allineato” alla religione ebraica e aveva già sentito parlare di Gesù.
Quello che è certo è che le parole di pace e di fraternità portate dai fratelli, attecchiscono rapidamente in chi forse non aspettava altro, non avendo impedimenti di sorta o comunque tradizioni da conservare e da rispettare. Quindi ecco che comincia a formarsi una vera e propria comunità.
E questo è veramente bello, perché tutto nasce spontaneamente.
E’ chiaro che ciò che nasce spontaneo ha poi bisogno di essere coltivato, ma senza condizionamenti e gabbie. Cercando di accogliere più che giudicare. Perfezionare nell’Amore piuttosto che con regole soffocanti.
EVVIVA !!!! ARRIVA BARNABA !!!!
La Chiesa madre, è attenta e guardinga, arrivano notizie che destano interrogativi, allora mandano Barnaba.
Si, ancora lui, continuerò a dire fino allo sfinimento che Barnaba è un personaggio fondamentale, un credente a tutto tondo, che ha colto il messaggio di Cristo in profondità.
E’ un credente moderno, che tiene conto delle persone con amore e non con gli occhi appannati dalle regole. Infatti Barnaba appena arriva ad Antiochia cosa vede ? Atteggiamenti moralmente discutibili ? Modi di vivere e di prendere i pasti, scandalosi ? Certo avrà visto una Comunità in embrione, bisognosa di crescere nella fraternità e nell’amore. Ancora spigolosa, piena di interrogativi, di dubbi. Ma quello che vede subito è la GRAZIA DI DIO all’opera.
Barnaba è positivo, sa vedere il germoglio ben radicato, sa che questo germoglio deve essere coltivato con cura e amore. Dare la dose giusta di concime altrimenti si potrebbe bruciare sul nascere.
Barnaba sa che c’è un impresa da compiere, si chiama inculturazione, innestare cioè il Vangelo su una radice, che non ha la radice di Israele, ma ha pur sempre una radice che viene da Dio.
Allora ci vogliono persone dalla mente aperta, che abbiano strumenti esperienziali e culturali adatti.
Barnaba è prezioso anche per questo, perché fa discernimento, sa riconoscere i suoi limiti e sa riconoscere la vocazione degli altri.
RISPUNTA PAOLO
Allora cosa fa Barnaba ? Va aTarso a chiamare Paolo che era stato “allontanato” da Gerusalemme.
Ha capito che proprio lui è la persona adatta per consolidare questa comunità, nata tra i pagani per la testimonianza spontanea e libera di alcuni profughi perseguitati. Insieme rimangono addirittura un anno ad Antiochia e insieme fanno crescere questa nuova Comunità.
Ad Antiochia, quella che era considerata una setta Giudaica mal sopportata dalla tradizione, diventa adesso qualcosa di diverso. Diventa una Comunità a se stante, infatti i discepoli di Gesù cominceranno a essere chiamati Cristiani. Quelli di Cristo.
Paolo e Barnaba, non resteranno ad Antiochia, non si sentiranno mai indispensabili, perché sono guide virtuose, piene di Spirito Santo, non dominate dal carrierismo. I due sono abituati a stare sempre un passo indietro per promuovere gli altri e far si che la nuova comunità diventi autonoma.
È così che cresce la fraternità e l’amicizia dove nessuno è indispensabile, neanche Paolo e Barnaba perché tutti sono corresponsabili. Alla scuola del Signore tutti hanno da imparare, i discepoli e i maestri, perché più ci si relaziona con Amore più si conosce Dio.
E’ così che questa comunità giovane capisce che la fede non è dono di uomini ma dono di Dio attraverso lo Spirito Santo e il frutto della fede è la Carità, che si esprimenell’amore per gli altri, soprattutto i più poveri, ed ecco prontamente viene fatta una colletta, in un momento di grave crisi economica per la Chiesa madre di Gerusalemme,che è nel bisogno. Un gesto che sigilla l’incorporazione dei pagani alla Comunità di Gerusalemme. La comunione si manifesta, in una solidarietà concreta che è anche annuncio efficace della fede nel Cristo Risorto.
PREGHIERA:
Abbiamo bisogno Signore, di persone che si preoccupino di costruire fraternità con il materiale che hanno, non con quello che sarebbe auspicabile avere; che non si lascino turbare dai limiti, ma aiutino a superarli; che amino l’unità, ma non impongano l’uniformità, che suscitino sinergie senza gelosie.
Trasforma noi, con la tua grazia, in persone buone e intelligenti, miti e intraprendenti, persone che credono che la fraternità e l’amicizia disinteressata sono le premesse di ogni crescita nella fede che si esprime soprattutto con la carità verso i più poveri: Amen.
Fiorello Ciaramicoli, diacono