
56. Nel frattempo i poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria che tendono ad ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente. Così si manifesta che il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi. Molti diranno che non sono consapevoli di compiere azioni immorali, perché la distrazione costante ci toglie il coraggio di accorgerci della realtà di un mondo limitato e finito. Per questo oggi «qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta».
57. E’ prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni. La guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche. Infatti «nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturali». Si richiede dalla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti. Ma il potere collegato con la finanza è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute. Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?
58. In alcuni Paesi ci sono esempi positivi di risultati nel migliorare l’ambiente, come il risanamento di alcuni fiumi che sono stati inquinati per tanti decenni, il recupero di boschi autoctoni, o l’abbellimento di paesaggi con opere di risanamento ambientale, o progetti edilizi di grande valore estetico, progressi nella produzione di energia non inquinante, nel miglioramento dei trasporti pubblici. Queste azioni non risolvono i problemi globali, ma confermano che l’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente. Essendo stato creato per amare, in mezzo ai suoi limiti germogliano inevitabilmente gesti di generosità, solidarietà e cura.
59. Nello stesso tempo, cresce un’ecologia superficiale o apparente che consolida un certo intorpidimento e una spensierata irresponsabilità. Come spesso accade in epoche di profonde crisi, che richiedono decisioni coraggiose, siamo tentati di pensare che quanto sta succedendo non è certo. Se guardiamo in modo superficiale, al di là di alcuni segni visibili di inquinamento e di degrado, sembra che le cose non siano tanto gravi e che il pianeta potrebbe rimanere per molto tempo nelle condizioni attuali. Questo comportamento evasivo ci serve per mantenere i nostri stili di vita, di produzione e di consumo. E’ il modo in cui l’essere umano si arrangia per alimentare tutti i vizi autodistruttivi: cercando di non vederli, lottando per non riconoscerli, rimandando le decisioni importanti, facendo come se nulla fosse.
E così, il piccolo principe addomesticò la volpe
E così, il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando si avvicinò l’ora della sua partenza:
“Ah…” esclamò la volpe. “Mi verrà da piangere”.
“È colpa tua!” disse il piccolo principe. “Io non volevo farti del male, sei tu che hai voluto che ti addomesticassi…”
“Certo” disse la volpe.
“Ma piangerai…” disse il piccolo principe.
“Certo” disse la volpe.
“Allora non ci guadagni niente!”
“Invece sì, perché ora amo il colore del grano”.
Poi aggiunse:
“ Vai a rivedere le rose. Capirai che la tua rosa è unica al mondo. Poi vieni a dirmi addio, e ti farò dono di un segreto”.
Il piccolo principe tornò e vedere le rose:
“Non somigliate affatto alla mia rosa, in confronto a lei non siete nulla” disse loro. “Nessuno vi ha addomesticate e voi non avete addomesticato nessuno. Siete come la mia volpe prima che l’addomesticassi. Era solo una volpe come centomila altre. Ma adesso è mia amica, e per me è unica al mondo”.
Ovviamente le rose erano molto seccate.
“Siete belle, ma siete vuote” disse loro ancora. “Nessuno è disposto a morire per voi. Certo, agli occhi di un passante, la mia rosa potrebbe sembrare uguale a voi. E invece lei, da sola, è più importante di tutte voi messe assieme, perché io l’ho innaffiata, l’ho messa sotto una campana di vetro, l’ho protetta con un paravento, perché per lei ho ucciso i bruchi (tutti tranne quelli che dovevano trasformarsi in farfalle), perché l’ho ascoltata mentre si lamentava o si vantava e persino quando taceva… Perché lei è la mia rosa”.
Poi tornò dalla volpe:
“Addio” le disse.
“Addio” rispose la volpe. “Ecco il mio segreto: è molto semplice… Si vede bene soltanto con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
“L’essenziale è invisibile agli occhi” ripetè il piccolo principe, per non dimenticarlo.
“È il tempo che hai dedicato a curare la tua rosa a renderla importante”.
“È il tempo che ho dedicato a curare la mia rosa…” ripetè il piccolo principe, per non dimenticarlo.
“Gli uomini hanno scordato questa verità” proseguì la volpe. “Ma tu non scordarla mai. Tua è la responsabilità di tutto ciò che hai addomesticato, per sempre. Tu sei responsabile per la tua rosa…”
(Tratto da Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry)