
Introduzione
Canto natalizio
Sottofondo musicale: Silent Nigth (da Autori Vari, Melodie di Natale, Paoline).
Lettore: Siamo qui, davanti al presepe,
contempliamo Gesù,
sentiamo l’amore di Dio per noi.
Sentiamo e crediamo
che l’amore di Dio è con noi
e noi siamo con Lui.
Tutti, figli e fratelli!
Il nostro grazie a questo Bambino,
Figlio di Dio e della Vergine Maria.
Sentiamo e crediamo
che qui sta la felicità, la gioia! (cf AS 10)
Guida: Il presepe è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura, ci dice
papa Francesco. Il presepe manifesta la tenerezza di Dio. Lui, il Creatore dell’universo, si abbassa
alla nostra piccolezza, ci mostra Dio così come è entrato nel mondo, ci provoca a pensare alla nostra
vita inserita in quella di Dio, invita a diventare suoi discepoli per raggiungere il senso ultimo della
vita. (AS 1. 2. 8.)
In ascolto della Parola
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,1-20)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Breve spazio di silenzio contemplativo
Dalla lettera apostolica di papa Francesco Admirabile signum (AS 6)
Nei nostri presepi siamo soliti mettere tante statuine simboliche. Anzitutto, quelle di mendicanti e di gente che non conosce altra abbondanza se non quella del cuore. Anche loro stanno vicine a Gesù Bambino a pieno titolo, senza che nessuno possa sfrattarle o allontanarle da una culla talmente
improvvisata che i poveri attorno ad essa non stonano affatto. I poveri, anzi, sono i privilegiati di questo mistero e, spesso, coloro che maggiormente riescono a riconoscere la presenza di Dio in mezzo a noi.
I poveri e i semplici nel presepe ricordano che Dio si fa uomo per quelli che più sentono il bisogno del suo amore e chiedono la sua vicinanza. […] Nascendo nel presepe, Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza. Dal presepe, Gesù proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato. […]
In questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura. Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano…: tutto ciò rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina.
Preghiera insieme
Grazie, perché
ti presenti come un bambino
per farti accogliere nelle nostre braccia.
Grazie, perché
nel presepe parli alla nostra vita,
ci racconti l’amore di Dio,
che si è fatto bambino
per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano,
in qualunque condizione si trovi.
Grazie, perché
questo è il nostro Natale con Te!