
Paolo si trattenne ancora parecchi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era fatto tagliare i capelli a causa di un voto che aveva fatto.
Giunsero a Efeso, dove lasciò i due coniugi, ed entrato nella sinagoga si mise a discutere con i Giudei.
Questi lo pregavano di fermarsi più a lungo, ma non acconsentì.
Tuttavia prese congedo dicendo: “Ritornerò di nuovo da voi, se Dio lo vorrà”, quindi partì da Efeso.
Giunto a Cesarèa, si recò a salutare la Chiesa di Gerusalemme e poi scese ad Antiochia.
Trascorso colà un pò di tempo, partì di nuovo percorrendo di seguito le regioni della Galazia e della Frigia, confermando nella fede tutti i discepoli.
Arrivò a Efeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, versato nelle Scritture.
Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.
Egli intanto cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
Poiché egli desiderava passare nell’Acaia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto colà, fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti;
confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.
COMMENTO
INTRODUZIONE
Terminiamo il Cap. 18 con Paolo che tocca diverse località, fa una tappa brevissima a Efeso dove promette di ritornare, infatti ritornerà e si fermerà anche li a lungo, come vedremo nel cap. 19. Ma in questo breve brano notiamo alcune particolarità: Paolo nel annunciare Gesù morto e risorto, non dimentica la sua origine ebraica, vedi il gesto di radersi il capo, continua ad annunciare il vangelo nella sinagoga: vedi la breve tappa a Efeso. Promette il ritorno ma si rimette comunque sempre alla volontà di Dio: «Ritornerò di nuovo da voi, se Dio lo vorrà». E’ fedele alla chiesa madre di Gerusalemme: SI reca a salutare la Chiesa di Gerusalemme. Paolo inizia il terzo viaggio missionario nei versetti 22/23 In questo brano conosciamo un bel personaggio, Apollo, uno che aveva studiato, molto colto e versato nelle scritture, aveva capito perfettamente che le scritture annunciavano Gesù e ne parlava, dice il brano, con fervore, anche se conosceva solo il battesimo di Giovanni. Ma come si sa non basta aver studiato per capire il messaggio d’amore contenuto nel Vangelo. A questo punto intervengono gli sposi missionari che, dice il brano, lo presero con sé e gli spiegarono con maggiore accuratezza la via di Dio. Questo ci fa capire, ci insegna quanto è importante calare la dottrina nel cuore, elaborarla e farla arrivare al cuore della gente. Chi più di una coppia di sposi che si amano come Gesù ama la Chiesa, può farlo ? Il dotto Apollo adesso ha una marcia in più, e può partire anche lui per la missione incoraggiato dai fratelli.
PAOLO LASCIA CORINTO
Qual è il carisma dell’apostolo ? Quando Paolo si rende conto che la Chiesa di Corinto può stare in piedi con le proprie gambe , se ne và. Lui ha fatto un po’ da padre spirituale, dopo averli generati, li svezza. Li rende indipendenti. Quindi il partire, di Paolo è un partire con la gioia nel cuore, con la serenità di aver compiuto una missione e di poterla affidare ad altri. Il padre e la madre sono tali perché lasciano andare i figli che a loro volta diventeranno padri e madri di altri. Diversamente saremo tanti Peter Pan. E purtroppo ce ne sono. E come il Padre non ci lascia soli, perché ci dona la sua Parola, anche Paolo non se ne và definitivamente, accompagnerà sempre le comunità con le sue lettere che indicheranno la strada maestra nei secoli, fino a noi, per guidare anche noi sulla strada maestra. Come un padre e una madre che lasceranno andare i figli ma non li abbandoneranno mai.
PAOLO SI RADE I CAPELLI PER UN VOTO
Paolo aveva fatto un voto, non si sa bene perché. Ci sono due ipotesi:
- Era un proposito dei Nazirei, che facevano voto di non tagliarsi i capelli e di non bere vino (Sansone, Samuele) per consacrarsi a Dio, questo voto era temporaneo e si concludeva a Gerusalemme dove i capelli venivano offerti, insieme ad altri riti.
- Altra Ipotesi più probabile è che Paolo abbia fatto un particolare voto, discernimento ? e questo voto sia stato esaudito.
Questo gesto comunque ci fa capire, quanto Paolo, nonostante avesse sempre predicato l’indipendenza dei cristiani dalle legge, non trascurava i riti giudaici, essendo lui un Ebreo-Cristiano.
Nel capitolo 21, 17-26 ritroveremo Paolo in una vera storia di naziereato.
ATTIVITA’ FRENETICA DI PAOLO
Dai versetti 18 al 23 Luca ci descrive in poche righe, con maestria, cosa davvero faceva l’apostolo. Solo indicando le località toccate da Paolo ci da l’idea dello sforzo di evangelizzazione che compie. Pensate: da Corinto a Efeso sono 400 Km; da Efeso a Cesarea altri 1000 Km. Salire a Gerusalemme da Cesarea e ritorno sono 450 Km. Poi scendere ad Antiochia e girare in tutta la Frigia, per poi di tornare a Efeso sono altri 1500 Km. Più o meno 4000 Km. In “Cor. 11,26-29 scriverà e descriverà quanto è stato difficile questo viaggio. Lo metto in fondo. Qual è il motore che spinge Paolo ? E’ l’amore di Cristo che ci costringe, ci spinge fuori, ci sprona ad andare verso gli altri, perché lui ha dato la vita per tutti. Paolo facendo questo testimonia d’ amore del Padre e del Figlio ai fratelli. Va a consolidare, a fare in modo che i discepoli stiano in piedi sulle loro gambe. Ritorna per verificare e consolidare lo svezzamento della chiesa. E’ come il padre e la madre che lascia che i figli vadano con le proprie gambe , ma sono presenti quando serve.
APOLLO
Luca, prima ci fa fare tantissimi kilometri per poi ritornare a Efeso, perché a Efeso è arrivato un certo Apollo, di stirpe alessandrina, giudeo, potente nelle scritture e molto eloquente. Luca si spreca in elogi, sicuramente vuol sottolineare la forza con cui Apollo predica. Si pensa che Apollo si sia formato ad Alessandria d’Egitto, da dove si trasferisce a Efeso. Questo Apollo assomiglia un po a Luca e in qualche modo lo rappresenta. Luca, presentandoci Apollo ci presenta i carismi, presenti nella Chiesa. Carismi che ancora oggi facciamo fatica a capire, perché non riusciamo a entrare nel cuore delle persone. Non tutti possono fare tutto. Ci sono gli apostoli, i profeti, i dottori e tanti altri carismi. Un solo carisma è di tutti e per tutti, almeno dovrebbe, la CARITA’. Non la CARITAS ma la CARITA’. PAOLO si preoccupa delle periferie, dei lontani, dialoga con i non credenti, L’apostolo fonda la Chiesa, fa il primo annuncio della Parola e poi va altrove. Poi ci vogliono i maestri, come Apollo che completano e preparano. Individuare i carismi significa individuare anche i limiti. E’ conoscendo i propri limiti che si cresce. Chi pensa di essere peretto non ha bisogno di crescere.Inoltre i limiti ci fanno capire che abbiamo bisogno dell’altro.Io so fare certe cose ma non altre. Ho bisogno dell’altro che ne sa fare altre. Questo fa si che ci sia l’incontro . Esattamente come i tralci attaccati alla vite. Non ce ne uno uguale. (Vangelo di domenica) Apollo ha il carisma del Maestro, era istruito, aveva imparato e conosciuto la via del Signore, attraverso le scritture. Lo Spirito in lui si manifesta e lo spinge laddove il contraddittorio si fa più difficile, infatti inizia a parlare con franchezza nella Sinagoga.
AQUILA E PRISCILLA INCONTRANO APOLLO
Aquila e Priscilla ascoltano Apollo, ne restano ammirati, ma da bravi discepoli di Paolo, sanno discernere e non si lasciano incantare dalle belle parole. Aquila e Priscilla, sono pieni di Spirito e dell’amore di Gesù maturato nella quotidianità, nel duro lavoro di ogni giorno, nell’educazione dei figli, negli impegni verso la Comunità. Capiscono che Apollo ha bisogno di qualcosa che come dicevamo prima e prerogativa di tutti i cristiani, il carisma della Carità. Anche oggi, quanti teologi, maestri, catechisti ecc. ecc. Ma cosa vuol dire conoscere Gesù ? Vuol dire amarlo, facendo una vita come la sua, nello Spirito. Se uno è comodamente seduto a scrivere a tavolino una vita su Gesù, non per questo vuol dire che conosce Gesù nello Spirito. Lo Spirito è l’amore di Gesù che mi spinge verso gli altri, che mi fa amare gli altri, che mi fa conoscere il Cristo negli ultimi, negli affamati, negli assetati, nei carcerati, negli immigrati. Questo è lo Spirito di Gesù. Ecco la via di Dio che mancava a Apollo. Allora Apollo e pronto per la sua particolare missione, vuole andare in Grecia, Priscilla e Aquila lo incoraggiano, e lui va ad aiutare quelli che avevano creduto, per opera della grazia, non per merito suo.
CONCLUDENTO
In questo piccolo brano assistiamo a un andirivieni costante; è descritto cosa fa l’apostolo: si sposta costantemente; cos’è che lo anima ? : l’amore che Cristo ha per tutti, l’amore del Padre; e poi ci sono descritti Aquila e Priscilla che insegnano ad Apollo che cosa è l’essenziale, allora Apollo potrà dire che Cristo è Gesù, che lui è il punto d’arrivo di tutta la dottrina: tutte le attese dell’uomo, tutte le promesse di Dio, Dio stesso è quell’uomo lì. Quell’uomo crocifisso sulla croce per amore. E così Apollo impara a conoscerlo, ad amarlo e a seguirlo. Il cristiano, ognuno di noi quindi, deve conoscerlo per capire, assimilare e vivere ciò che celebra nell’eucaristia. Deve imparare con “precisione” e per “ordine” le cose riguardanti Gesù per poterlo testimoniare e imitare con la propria vita.
2Corinzi 11,26-29
26 Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; 27 fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. 28 E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. 29 Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?
Fiorello Ciaramicoli, diacono