Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20.
Nella festa dell’Ascensione due sono le formule del mandato missionario: quella di essere testimoni della parola e quella di essere predicatori. Mentre negli Atti degli Apostoli, Gesù afferma che “di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra”, nel Vangelo di Marco, invece, Gesù manda i suoi ad andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura.
“Di me sarete testimoni”
Una pagina del libro degli Atti degli Apostoli ci racconta l’apparizione e la definitiva scomparsa di Gesù risorto avvenuta a Gerusalemme, dove i discepoli attendevano la Pentecoste. Tra il momento dell’apparizione e quello dell’ascensione, Gesù dà le ultime raccomandazioni post-pasquali, specialmente la missione dei discepoli nel mondo: “di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra”. Il messaggio essenziale è comunque che da quel momento in poi i discepoli potranno compiere la missione affidata loro essendo divenuti fiduciosi della presenza di Gesù “in Spirito e verità”. Infatti, Gesù aveva già detto: “riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi”. Subito dopo avere dato il mandato, Gesù fu elevato al cielo. Il mandato missionario negli Atti è chiarissimo: essere testimoni di Gesù. Egli afferma: “di me sarete testimoni”. Da questa frase si può dedurre che c’è dunque un legame, un rapporto profondo tra gli apostoli e Gesù: Gesù, il Signore, costituisce e dichiara che gli apostoli sono Suoi testimoni e, come tale, devono parlare di Lui perciò sono inviati come “testimoni” da Lui. Gli apostoli sono coloro che hanno avuto una diretta conoscenza di “tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo”. Nella sua vita, Gesù è stato segno della misericordia e dell’amore di Dio Padre. Tutto ciò che Egli fece ed insegnò era la buona notizia della misericordia. I discepoli sono inviati non solo ad essere testimoni di questa misericordia vissuta, insegnata e raccontata da Gesù ma anche della Sua salvifica morte e risurrezione. Essi sono consapevoli che la passione e la resurrezione di Cristo sono la sorgente alla quale possiamo attingere la misericordia del Padre.
L’amore di Dio, che può trasformare la nostra vita, fa fiorire quelle zone di sofferenze che ci sono nel nostro mondo: poveri, malati, emarginati. Come Gesù, misericordioso, si fece vicino e solidale, così anche i discepoli, per essere testimoni, devono essere al servizio dei poveri e degli esclusi, vivendo vicinanza e solidarietà con loro. Siamo testimoni quando facciamo nostro lo stile di vita di Gesù, quando ogni giorno, nel nostro ambiente di famiglia, di lavoro, di studio e di svago, ci accostiamo con spirito di accoglienza e condivisione alle persone che incontriamo, avendo nel cuore il grande progetto del Padre: la fraternità universale. Infatti, Gesù disse “fino ai confini della terra” ciò vuole dire che la testimonianza deve raggiungere gli estremi confini della terra. Gli apostoli non dovranno avere paura perché Gesù aveva già detto loro “riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi”. Lo Spirito Santo è il grande protagonista degli Atti degli Apostoli ed anche il grande protagonista della vita di chi vuol seguire Gesù.
Andate e proclamate
Anche l’Evangelo parla dell’Ascensione, ovvero della conclusione della giornata terrena di Cristo e il suo porsi alla destra del Padre. Gesù glorificato dopo la passione, morte e risurrezione, affida la missione agli Undici: “andate e proclamate”. Mentre negli Atti proclama che “di me sarete testimoni”, nel vangelo di Marco, gli apostoli sono mandati ad uscire, ad andare quindi ad uscire da Gerusalemme. Gerusalemme, per gli apostoli, era luogo della fine, della delusione, ma il luogo della fine, diventa ora luogo della partenza: uscire da Gerusalemme e andare in tutto il mondo, a tutti i popoli, per formare un “popolo di popoli”, infrangendo le loro stesse barriere culturali e religiose. Una prima chiamata ad uscire e mettersi in movimento affinché il messaggio di Gesù possa giungere ai confini della terra.
Sono mandati a proclamare, ad annunciare il Vangelo, cioè la vita e la persona di Cristo, che è la forza ascensionale del cosmo. Proclamare la buona notizia, il Vangelo ad ogni creatura, gli apostoli sono mandati ad annunciarla innanzitutto con la vita, poi, se Dio lo concede, con le parole. Infatti, Evangelizzare significa testimoniare la Parola di Dio. Mostrare agli altri come si può vivere meglio seguendola.
Il discepolo missionario è colui che evangelizza con la sua propria vita, è un vero testimone, è capace di uscire dalla propria comodità e ha il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo, come ha ben posto in rilievo Papa Francesco.
Padre Osorio