LA DIFESA DEL SUO APOSTOLATO
possiamo dire che questo primo brano è un piccolo bignami di tutto quello che sarà svolto nella intera lettera, Perché saranno ripresi in moro più approfondito tutti gli argomenti che tratteremo questa sera.
Potrebbe sembrare la parte iniziale di una normale lettera, infatti c’è il mittente Paolo, ci sono i committenti che sono i fratelli probabilmente della Macedonia, in cui si trova dopo la partenza da Efeso ci sono i destinatari, le chiese della Galazia e i saluti.
In realtà già dalle prime battute Paolo entra subito in polemica. Paolo è come se ancora una volta si trovasse in tribunale, nel quale figura sia come difensore che come accusato.
Deve difendere prima se stesso perché se non è credibile lui ne soffrirà anche il Vangelo da lui predicato.
I cristiani di tradizione giudaica oltre a convincere i Galati a seguire le norme Giudaiche e quindi la Circoncisione, cercavano di screditare Paolo mettendo in discussione il fatto che si dichiara Apostolo, perché non era tra quelli che erano stati con Gesù, facendolo passare per un mentitore. Paolo quindi polemicamente specifica subito che lui e Apostolo perchè
è stato eletto direttamente da Gesù Cristo e da Dio Padre.
Paolo ci tiene a precisare che la sua elezione proviene da Dio, il Dio di Israele per mezzo di Gesù il Cristo crocifisso e risorto,
infatti dichiara di non sentirsi diverso dai Dodici, perché come i Dodici sono stati testimoni oculari e direttamente inviati dal Signore, anche lui è stato chiamato direttamente da Dio per mezzo di Gesù.
E il suo essere Apostolo lo dimostra sul campo, perché si donerà totalmente alla missione :
”Sono stato crocifisso con Cristo, 20e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.” Gal 2,19b-20. Si è spogliato completamente per rivestirsi di Cristo.
LA DIFESA DEL VERO VANGELO – PIANO DIVINO PER LA GIUSTIFICAZIONE DELL’UMANITA’ MEDIANTE CRISTO
La lettera continua senza i soliti oggettivi di elogio ai destinatari, (santi, eletti ecc.) come usava fare con le altre comunità,* perché la lettera è una reprimenda, Paolo ha bisogno di essere diretto perché la situazione è grave, ma continua a chiamarle Chiese, quindi fratelli, perché anche se si sbaglia non per questo si è meno fratelli, e questo per Paolo è importantissimo. La porta della Speranza nella casa del Signore è sempre aperta, e anche per i Galati c’è speranza. Molto più duro sarà con coloro che predicano un vangelo diverso dal suo per traviare i Galati.
Grazia e pace non è un semplice saluto, Grazia parola spesso usata da Paolo significa gratuità, benevolenza, amore, bellezza, dono, gioia. Quando manca la grazia c’è la dis-grazia.
La Pace non è la mancanza di guerra o la Pax Romana ma è lo shalom è la pace di Dio, è la pienezza di ogni benedizione.
Grazia e Pace ci sono donate della paternità innamorata di Dio e dalla fraternità in Cristo anche se viviamo una situazione di conflitto, l’augurio di Grazia e pace non deve mai mancare, e Paolo con questo saluto esprime verso le Comunità quel desiderio di Grazia e di pace che viene ed è dono di Dio.
Grazia e Pace è un dono che scaturisce da Gesù che ha donato la vita per riscattarci dal potere del mondo che vuole renderci schiavi, secondo la volontà di Dio Padre. E’ come un nuovo liberante esodo dove questa volta sono i Galati a dover essere liberati dalla schiavitù.
Paolo ribadisce ancora una volta, ed è importante, che in tutto è Dio che agisce e agisce insieme a Gesù, in quattro versetti Dio Padre è nominato 3 volte da Paolo e non lo cita mai senza Gesù Cristo. Dove c’è il Padre c’è anche il Figlio.
Poi Paolo esprime tutto il suo stupore e direi la sua irritazione per il fatto che i Galati dopo aver accolto Paolo e il suo Vangelo, danno credito a chi pretende di imporre un altro vangelo, chiedendo di rispettare la legge giudaica. Ma la realtà è che non esiste un altro vangelo.
Se consideriamo che l’antico testamento con la legge di Mose’ è il seme che da origine alla Pianta del Vangelo alla Buona Notizia, buona notizia per gli Ebrei e per tutto il mondo come la promessa ad Abramo,la buona notizia è che il Dio di Israele, l’invisibile, l’immenso, l’onnipotente, si è incarnato nella nostra fragile umanità per riscattarla dal peccato attraverso Gesù, Parola che si fa carne, per dare agli uomini una possibilità di vita piena nella fraternità e nella libertà, si è immolato sulla croce con un estremo atto di amore, prendendo di se tutti i nostri peccati, per ottenerci il perdono, per questo Dio che è Padre lo ha risuscitato vincendo la morte per tutti noi. Cristo non è divisivo quindi, non separa ma unisce, allora può esserci un altro Vangelo, una buona notizia più grande di questa?
E’ questa la buona notizia, fondamento di tutte le buone notizie che da essa scaturiscono. Perché con Cristo che si immola perché ci ama ci fa tutti fratelli e figli di Dio, liberi da ogni zavorra, tutto ciò che compiamo per amore e che riceviamo per amore una buona notizia figlia del vangelo predicato da Paolo.
A questo punto, tutte le regole, le norme, la circoncisione, rischiano di rendere di nuovo schiavi i Galati vanificando il sacrificio di Cristo. Perché la legge, lo abbiamo detto spesso non salva ma ti condanna se non la rispetti.
Tre cose sono messe in gioco con questo attacco da parte dei Giudeo Cristiani, la credibilità di Paolo, il Vangelo e la libertà dei credenti. E se consideriamo che il Vangelo secondo Marco è stato scritto intorno al 64/67, il vangelo di Paolo ancora bambino ha rischiato di essere soffocato appena nato.
Paolo è giustamente indignato contro chi prova a diffondere un altro vangelo, perché non né esiste un altro, e chi lo fa è scomunicato è fuori dalla Grazia di Dio. Proporre un’altra via alternativa alla salvezza del vangelo, come fanno alcuno che raccomandano le pratiche del giudaismo in Galazia, vuol dire manipolare l’unico vangelo. Paolo cita anche un angelo del cielo, perché c’è una credenza giudaica secondo la quale la legge mosaica fu data dagli angeli. Per Paolo se uno di loro dovesse apparire nuovamente con un vangelo modificato, non va ascoltato, e Paolo lo maledice.
“La lettera ai galati non è la difesa di una teoria cristiana o di un metodo pastorale o missionario, ma dell’unico Vangelo: la salvezza per tutti gli uomini in Gesù Cristo. (Fabris)”
Paolo con gli ultimi 2 versetti respinge l’accusa che egli per opportunismo volesse addolcire il vangelo al fine di convertire molti. La maledizione per chi annuncia un altro vangelo smentisce queste accuse.
Nell’affrontare il cammino guidati da questa lettera dovremmo provare a sentirci un po’ “Galati” consapevoli che anche noi a volte siamo attirati da altri “vangeli” per la fragilità della nostra vita, per il mondo secolarizzato in cui vi viviamo, dove ci sono tante sirene a cantare e non sempre riusciamo a non ascoltarle, e facciamo fatica ad affidarci totalmente al Signore. Poi c’è anche un modo di vivere la religione sbagliato, come proprio ieri ha detto Papa Francesco, “molti sono alla ricerca di sicurezze religiose prima che del Dio vivo e vero, concentrandosi sui rituali e precetti piuttosto che abbracciare con tutto sé stessi il Dio dell’Amore………………..Cercano la sicurezza di Dio e non il Dio della sicurezza.
Ma la bellezza del Vangelo espresso da Paolo anche in questa lettera deve portarci a pensare che nonostante le nostre infedeltà siamo Figli di Dio e fratelli di Gesù e quindi salvati grazie al dono della sua vita.
Quindi di fronte alle nostre infedeltà non dobbiamo avvilirci o sentirci indegni ma essere sereni perché siamo salvati gratuitamente ed è questa serenità di fondo che deve farci muovere ed aprirci ad una fede sempre più profonda con la quale esprimere tutto l’amore che ne promana, per Dio e per i fratelli.