INTRODUZIONE
Con il capitolo 2 Paolo termina la sua testimonianza di vita al popolo dei Galati nella quale ha narrato come è arrivato alla fede e la sua scelta per Cristo.
Ha narrato la sua vita è ha dato ragione delle sue scelte. Dal capitolo 3 entra nel cuore del problema, inizia un discorso teologico approfondendo attraverso la scrittura l’errore che i Galati stanno facendo ascoltando coloro che vorrebbero introdurre la legge giudaica anche tra i pagani.
SCONCERTO DI PAOLO
La prima parte del cap. 3 dal versetto 1 al 5 inizia subito con una invettiva che ci ricorda l’espressione di Gesù ai discepoli di Emmaus “Stolti e tardi di cuore…” intervento abbastanza forte e con una serie di domande, di perché, addirittura cinque una dietro l’altra a raffica.
Paolo pretende delle risposte dai Galati.
Chi vi ha salvati Gesù Crocifisso o la Legge? La risposta sarebbe stata inequivocabile, che ne sapevano i Galati della legge?
Avevano accolto Cristo con entusiasmo poi alla prima occasione se ne sono allontanati.
Paolo è estremamente irritato forse per la fatica di digerire la prospettiva di un fallimento ma anche e soprattutto perché vede vanificare non solo la sua predicazione ma anche i doni che il Signore ha fatto ai Galati attraverso lo Spirito Santo. I Galati avevano completato il cammino di fede proposto da Paolo, che non è andato a portare una dottrina fatta di leggi e regolamenti ma ha portare una persona , Cristo Crocifisso. All’annuncio è seguita l’adesione alla fede, l’accoglienza libera quindi opera interiormente con le forza stessa di Dio, che poi cambia il cuore di chi la accoglie sinceramente con il sono dello Spirito Santo. Non è successo anche a noi ?
Ci si può riabituare ad una vita mediocre, dopo aver sperimentato la liberà dei figli di Dio ? con quel “Se almeno fosse invano !” c’è tutto lo sconforto di Paolo perché capisce che se i Galati non desistono rischiano non sono di ritornare quelli che erano ma peggioreranno la situazione.
Un drogato che è riuscito a ripulirsi e cambiare vita, se ricade nella tossicodipendenza non ha più neanche la speranza che aveva prima perché se l’è già giocata una volta e ha fallito.
Luca al capitolo 11, versetti 24-26 ci ricorda proprio questo.”24 Quando lo spirito immondo esce dall’uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. 25 Venuto, la trova spazzata e adorna. 26 Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Ci avete mai pensato cosa sarebbe la vostra vita senza Gesù ? Io qualche volta ci penso specialmente quando il cammino si fa più duro, quando faccio fatica e vorrei lasciare tutto, poi ,tocco con mano la bellezza di un incontro, il penetrare il mistero della vita, del dono, gli occhi di chi incontri che non ti sono più indifferenti. se manca questo cosa resta ?
LA FEDE DI ABRAMO
Anche nell’antico testamento si arriva alla salvezza attraverso la Fede.
I versetti dal 6 al 14 trattano del dualismo fede-legge e sono caratterizzati dalla Fede di Abramo alla Promessa di Dio.
Adesso Paolo entra nella scrittura per farne una lettura Cristologica e dare un fondamento solido al suo Vangelo; i suoi interlocutori sono sempre i Galati ma il suo pensiero è rivolto anche ai Giudeo Cristiani nella speranza di convincerli del grave errore in cui sono caduti.
Paolo nel rivolgersi a dei pastori dell’Anatolia che non lo conoscevano, porta l’esempio di Abramo, Padre di tutti i credenti. Anche loro partiti dalle fredde terre del nord approdano in Anatolia e trovano Cristo.
Gli dice, guardate che all’inizio, quando avete accolto il Vangelo di Cristo eravate come Abramo, figura dell’uomo che si mette in dialogo con Dio si fida di lui e della sua promessa.
Non gli è chiesto niente solo di fidarsi di Dio. Abramo esce dalla sua terra e dai suoi affetti , diventa un pastore errante per entrare in se stesso e trovare una sua dimensione. Una dimensione che gli appartiene.
E’ figura stupenda e affascinante di credente, già in tarda età non ha ne terra ne eredi eppure Dio gli promette una terra che per ora è abitata da altri e una generazione che può nascere solo da lui , mentre sua moglie è sterile, eppure continua a fidarsi di Dio, credette a colui che è capace di trarre la vita dalla morte, vedi la sua mano che ferma il braccio di Abramo che sta per uccidere il figlio Isacco. Che fa risorgere dai morti colui che è stato crocifisso. Riconosce che è un Dio che può e vuole tutto il bene per l’uomo, e quindi si fida di lui.
Spera contro ogni speranza. La sua obbedienza non è di tipo legale (rispettare la legge) ma è di tipo filiale, di fiducia assoluta in colui che promette, Abramo non avrà la terra promessa ma un erede che gli è stato letteralmente donato. Figura di Cristo.
I Galati che avevano creduto al Vangelo si erano comportati come Abramo, al quale Dio gli aveva chiesto solo di aver fede ed erano stati benedetti , ora rischiano di essere maledetti perché diventeranno prigionieri della legge se si dichiara di osservare la legge, cosa difficilissima si corre il rischio di essere condannati.
Gesù ha condiviso tutto questo. La condanna alla morte violenta e infame sulla croce avviene proprio in nome di quella legge sulla quale si basava il sistema giudaico. Ma quella morte che emana e promana amore, solidarietà, perdono, toglie forza alla legge e la annienta ed apre la via alla fede.
Quell’uomo è veramente figlio di Dio, dice il centurione. Non lo riconosce in base alla legge, che non conosceva o che ignorava perché pagano, ma mosso dalla fede.
Cristo ci ha riscattati, pagando a sue spese: è l’unico giusto, il benedetto che ha portato su di se la nostra maledizione, per dare gratuitamente a tutti la benedizione di Abramo, che si concreta nel dono dello Spirito. Quello che i galati hanno ricevuto mediante la fede.
Questo ci insegna che la dove l’incontro con Dio è ridotto a un insieme di osservanze o norme da eseguire, dove la legge prende il posto di Dio, il virus delle discriminazioni, anche religiose, e sociali penetra con audacia e attiva la radice della schiavitù, della dipendenza. Paolo la chiama maledizione.
ABRAMO E LA PROMESSA
I versetti dal 15 al 18, concentrano la nostra attenzione sul dualismo promessa -legge.
Cosa è la promessa,
Io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione. Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra. (Genesi 12:2-3)
Il rapporto tra Dio e Abramo è fondato su una promessa che possiamo chiamare alleanza o anche eredità.
la legge venuta, dice Paolo ,430 anni dopo non è stata data per sostituirla. Sarebbe come se un testamento autentico e ratificato venisse impugnato o annullato.
Per Paolo c’è un arco ideale che unisce l’annuncio della salvezza ad Abramo e la sua attuazione in Gesù Cristo.
E’ grazie a lui che l’amore salvifico di Dio si estende gratuitamente a tutti gli uomini.
Paolo parte dalla constatazione che i Galati hanno ereditato la benedizione di Abramo attraverso la fede in Cristo crocifisso, e non attraverso la legge.
Se vogliamo, Paolo ha visto in minima parte la realizzazione della promessa che ora è sotto i nostri occhi perché oggi grazie alla promessa di Dio ad Abramo realizzata da Gesù crocifisso, in tutto il mondo è stata portata la salvezza.
Un esempio per capire quanto è importante la promessa in rapporto alla legge.
La promessa è diversa da una cosa conquistata, come un anello comperato rispetto ad uno regalato. Il primo richiama la tua ricchezza e la tua vanità, ho il tuo desiderio di cose belle. Il secondo è ricordo costante del tuo donatore, segno visibile del suo amore. Dietro il dono c’è la mano e il volto dell’altro.
Nella promessa Dio e solo lui si impegna con noi nella sua fedeltà e nel suo amore. Attraverso tutti i doni della creazione e della redenzione arriviamo a capire che il vero regalo che ci vuol fare è lui stesso in persona. Il rispetto della legge dipende esclusivamente da chi deve rispettarla.
La vera promessa è Dio stesso che si com-promette con noi e la nostra salvezza, è l’unione con lui.
Quindi il Dono è il senso divino di tutta la creazione Per questo il possesso, l’accaparramento, diventa motivo di negazione di Dio e dell’uomo in quanto figlio.
Gesù è il discendente di Abramo in cui si realizza tutta la promessa di Dio. Vedi Genealogia di Gesù Matteo 1,1-16.
La Chiesa è fatta da chi, battezzato, ossia immerso in lui mediante la fede, partecipa della sua stessa eredità.
La prossima volta Paolo affronterà la questione della Legge e noi con lui, per grazia di Dio.