Siamo giunti a un punto centrale nella lettera ai Galati, un punto in cui si delinea in modo abbastanza netto la separazione tra il Giudaismo e il Cristianesimo in cui non c’è la condanna da parte di Paolo del Giudaismo ma solo di coloro che dopo aver abbracciato la fede rimangono ancorati alla tradizione e pretendono che anche i pagani si comportino allo stesso modo.
Paolo è rammaricato anche perché per un problema così grave deve intervenire attraverso una lettera mentre vorrebbe essere presente.
E’ un po come quando smessaggiamo con il telefonino, la relazione che si istaura non è mai esaustiva.
Nella relazione vera tutto il corpo entra in gioco a cominciare dal tono della voce, che varia di intensità al bisogno, può farsi più incisivo, o più suadente, secondo la circostanza. Anche se dobbiamo dirlo, nella lettera ai Galati se ci immedesimiamo in Paolo riusciamo anche a “vederlo”.
Ma veniamo a questo brano, che comprende la fine del capitolo 4 e l’inizio del capitolo 5. Ho scelto di metterli insieme perché introducono al tema della Libertà, fondamento essenziale della nostra fede, e della teologia di Paolo.
A questo punto se vogliamo fare una sintesi fin qui della lettera ai Galati, possiamo delineare un trittico teologico che parte dall’annuncio del Vangelo che una svolta nella discussione con Pietro, poi abbiamo il rapporto tra la legge e la fede infine la filiazione divina.
Cioè attraverso la fede che accoglie la grazia, il dono, si diventa figli.
Quindi non siamo più eredi fanciulli assimilati agli schiavi, ma siamo riscattati e quindi liberati. Come i liberti che riscattata la schiavitù, diventano liberi e anche uomini di potere.
Non siamo figli per nascita come Gesù. Ma siamo figli perchè siamo stati riscattati dall’amore di Dio attraverso il sacrificio di Gesù che ci dona lo Spirito Santo, cosi possiamo chiamare Dio, Padre, Abba.
Quindi come figli adottivi e partecipiamo alla eredità tutta intera come Gesù. Essendo figli siamo liberi, non siamo più sotto la schiavitù degli elementi o della legge. “in galati 5,6 Paolo dirà “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori, per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”.
Per farci accogliere questo pensiero Paolo userà il testo che riguarda le due donne di Abramo, Sara e Agar Paolo userà per questo il sistema della metafora, da un fatto, cioè dalla maternità di Agar e Sara trarrà l’insegnamento sulla libertà che vuole trasmettere ai Galati.
Questo modo di interpretare le scritture era in uso presso i rabbini che vi aggiungevano anche fatti che non sono descritti nella bibbia ma nella tradizione orale Midrascica, come ad esempio la rivalità tra Isacco e Ismaele.
Tutto ciò ci dice anche come Paolo sia ancorato alla sua formazione Giudaica. Inoltre userà questo fatto non per raccontare le vicende familiari di Abramo ma per spiegare ai Galati quanto stanno perdendo nell’ intraprendere la via della legge.
Sappiamo che Abramo aveva preso in moglie Sara, che era ormai vecchia e sterile. Abramo pur consapevole della Promessa di Dio, accetta, consigliato da Sara di unirsi alla schiava Agar per avere un erede. Poi con l’intervento di Dio come aveva promesso, nascerà a Sara Isacco.
La gelosia di Sara farà allontanare Agar e Ismaele che benedetti da Dio daranno origine alla popolazione Araba di fede mussulmana.
Paolo prendendo spunto da questa storia, in senso allegorico, dice praticamente che chi segue Cristo è figlio di Sara, della donna libera, mentre chi segue la legge e figlio della Schiava e proseguendo nella metafora dice che chi segue la legge appartiene al monte Sion alla Gerusalemme terrena ma chi segue Cristo appartiene alla Gerusalemme Celeste .
La nascita del figlio Ismaele da Agar, la schiava, simboleggia l’uomo che vuol fare da solo, che impaziente e indolente alla promessa cerca soluzioni secondo la “carne” dalla quale emerge tutta la sua debolezza.
La nascita di Isacco da Sara, la libera, simboleggia il dono di Dio, secondo la sua promessa e la potenza dello Spirito. Abramo dovrà poi passare per la dolorosa via che lo conduce a sacrificare il figlio per capire definitivamente che Isacco è figlio del dono e non sua proprietà, ma questa è un’altra storia.
Paolo, nel capitolo 5 ritorna sul tema della circoncisione per precisare alcune cose, nella speranza che i Galati ritornino sui propri passi. “cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” è un concetto essenziale importantissimo, quindi scegliere la circoncisione significa che il sacrificio di Cristo sulla Croce è vanificato dal “sacrificio della carne” cioè “sono io che mi sacrifico per te” tra l’altro non è solo l’atto di circoncidersi in se che è male ma tutto quello che ne consegue, cioè il rispetto della legge. E se si sceglie quella strada, cioè se si cerca la giustificazione per l’impegno umano di ubbidire alla legge, si decade dalla Grazia cioè da tutto l’amore gratuito che il Cristo Crocifisso ha infuso nel cuore di chi lo ha scelto.
E il dono più grande è lo Spirito Santo che ci ottiene, attraverso la fede, la giustificazione, cioè il perdono dei peccati in quanto figli adottivi amati dal padre. E qui Paolo ci invita a riflettere su una cosa importantissima, che ciò che conta è la fede e non il fare o non fare qualcosa. Cosa conta la circoncisione senza la Fede ? Cosa conta la non circoncisione senza la Fede ?
Ciò che conta è la Fede che genera l’amore che riusciamo a esprimere verso il prossimo, infatti la salvezza viene solo dalla fede ; ma consiste nell’amore, originato dall’amore di Dio verso di noi e si realizza nella mia risposta, che mi rende simile a lui. Accogliere l’amore mi rende capace di amare come sono amato.
Figlio amato, capace di vita filiale e fraterna. Paolo li chiama Frutti dello Spirito. C’è in noi battezzati una pianta che se alimentata non può che dare frutti buoni. Questo è importante perché essere liberi, amati e giustificati a prescindere, non vuol dire fare quello che mi pare. Ma questo lo vedremo la prossima volta.
Paolo conclude questo brano con una nota di biasimo per i Galati, “correvate così bene, chi vi ha tagliato la strada ? Affiora il desiderio di Paolo di capire e di mettere il salvo la Comunità, minimizzando le colpe dei Galati, indirizzando la punizione su quel qualcuno che con la sua azione si insinua come un lievito malefico che può far lievitare, infettare tutta la pasta. E si scaglia contro colui che fa questa azione indegna. Poi ancora una difesa, perché i suoi detrattori per metterlo in cattiva luce verso i Galati, insinuano che continui a difendere la circoncisione, la sua reazione è violenta, perché sono perseguitato se predico la circoncisione ? e termina con quel tremendo augurio che è la mutilazione per i turbatori, che corrisponde alla castrazione. Anche Paolo e umano.