
Paolo sta per chiudere la sua lettera, dando le ultime raccomandazioni. Raccomandazioni che riguardano la Comunità come i singoli. Non c’è vita Cristiana comunitaria che non riguardi anche ognuno singolarmente. E’ dalla nostra fede e dal nostro rapporto personale con Dio che scaturisce la Comunità. E se la comunità è fatta di persone che amano Dio e i fratelli, la correzione non può che essere fatta con dolcezza. Che contempla anche una presa di coscienza e una consapevolezza umile del proprio io.
Paolo è molto realista, nel considerare la vita della Chiesa, che non è una comunità di puri e puliti, il rischio che l’egoismo si insinui e sparigli l’unità è reale, anche all’interno delle esperienze religiose. E’ importante quindi che al di la delle gerarchie, che non dovrebbero esistere, la correzione e la riconciliazione debbano essere fatte fraternamente e con amore, al di la delle responsabilità (servizio) svolto. Solo Dio sa cosa nasconde il cuore dell’uomo. Quando incontriamo una persona per la prima volta rischiamo di giudicarla subito, dal proprio atteggiamento, non considerando il contesto e basta quel momento per giudicarla e accettarla o respingerla. Magari sbagliando nell’uno e nell’altro caso. E’ attraverso la relazione che si conosce la persona, e neanche basta se la relazione non è profonda è amorevole.
Paolo parla della legge di Cristo. Di cosa si tratta ? la legge di Cristo è la liberazione dentro l’uomo di quella forza di Amore che ha in Cristo il suo modello e la sua fonte. (Albert Vanhoye).
Paolo stesso più volte dice “Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” nel senso che ho assunto in me tutto ciò che Gesù mi ha insegnato, e la mia vita cerco di modellarla sulla sua, non con episodi saltuari ma in ogni momento, in tutto ciò che faccio, che dico, che penso. Perché lui è in me. Tenuto conto delle mie fragilità, per questo ho bisogno della sua misericordia, come i miei fratelli hanno bisogno della mia.
Quindi la legge di Dio è la legge dell’AMORE, ma per assaporare per vivere questo, non si può essere ancorati ai lacci delle regole o regoline, hai confini, alle barriere, agli steccati che per paura e per egoismo costruiamo.
Perché chi hi non è mai uscito dal carcere dell’egoismo e della paura avvertirà anche il comando dell’amore come imposizione coercitiva e repressiva, vedi i due fratelli nella parabola del Padre Misericordioso.
Tutti e due amati dal Padre, non hanno lasciato spazio al suo amore nel loro cuore finiscono uno nei lacci della paura di non sentirsi libero e si da alla fuga, l’altro ha a disposizione tutto ma per paura non si accorge che tutto gli appartiene. Quindi il problema non è inventare nuove e più raffinate regole, o nel fare un trattato sull’amore e la giustizia, ma abbandonarsi a Cristo senza prevenzioni o paure. Quante idee ci vengono per attirare più gente alla Messa, per attirare i giovani e via dicendo, eppure l’attrazione più grande è affidarsi a lui ed amare come ha amato lui.
Dal versetti 6 al 10 ci sono altre raccomandazioni per la comunità. C’è anche questa regola che invita il catecumeno a provvedere, con i suoi bene al mantenimento del mastro o catechista. Questo non ci deve stupire perché Paolo è un predicatore concreto, non vive tra le nuvole, quindi essere solidali con i fratelli di Fede . Ma non è solo questo, C’è anche un interscambio di dono e gratuità nel donare l’annuncio e nel riceverlo, perché anche chi riceve l’annuncio acquisirà lo stesso atteggiamento di chi annuncia.
Questo può e deve essere istruttivo anche per la Chiesa di oggi, che non si deve limitare a esortazioni verbali, edificanti. Ma rendersi visibili con maggior solidarietà attiva e visibile, questo sarebbe una testimonianza più credibile della serietà dell’impegno a favore degli uomini, ricevendone il contraccambio. Chi si sente amato restituisce l’amore.
A conclusione della lettera Paolo prende materialmente in mano la penna e scrive di proprio pugno quello che gli sta a cuore. Praticamente sintetizza in poche righe il senso della lettera. Ribadisce la sua opposizione alla salvezza tramite la legge a favore della salvezza fondata unicamente su Gesù Cristo. Ribadisce l’incompatibilità tra quelli che propongono la circoncisione e la legge per non avere noie con i Giudei e per fare bella figura, con l’aumento dei circoncisi. Contestare la circoncisione, quindi la legge, significa entrare in collisione con i Giudei, con le conseguenti persecuzioni che ha ricevuto Paolo.
Paolo attesta con forza la sua scelta che lo lega per sempre alla Croce di Gesù. Ha scelto e sa che il futuro di Dio, la realtà nuova, sta dalla parte della Croce di Gesù, è benedicendo ci dice chi è il nuovo popolo di Dio, i giudei e i pagani che si aprono all’azione di Dio in Gesù Cristo.
Paolo sta pagando di persona la sua scelta per Gesù Cristo come unica ragione e fondamento dell’esistenza. E sullo stesso fondamento poggia l’unità e l’universalità della chiesa, l’Israele di Dio che riunisce senza discriminazioni giudei e pagani. E’ quindi indiscutibile per ogni cristiano e per ogni comunità l’adesione a Gesù come unico fondamento e ragione della propria vita e della propria speranza.
Alla fine di questa lettera, l’augurio della “Grazia del Signore nostro Gesù Cristo” prende un significato più intenso, giacchè tutto lo sforzo dell’Apostolo, in questo scritto pieno di passione, ha mirato a preservare i galati da una tentazione che li avrebbe portati a “decadere dalla Grazia” e ad “annullare la Grazia di Dio” con il mettere alla base della loro vita cristiana l’attività umana conforme alla legge invece del dono gratuito di Dio.
Notiamo il contrasto alla fine di questa lettera tra l’ iniziale “stolti” Galati e l’ultima parola “fratelli” che esprime l’affetto dell’ Apostolo per i suoi fedeli e li invita tacitamente a mantenersi uniti a lui. Questo ci insegna che al di la delle arrabbiature, ciò che deve trionfare è sempre la fraternità e l’amore, ma anche la caparbietà di perseguire senza tentennamenti LA STRADA che ci indica Gesù con il suo Vangelo senza edulcoranti o annacquamenti.
E’ stata un esperienza difficile, inutile negarlo, ma le cose impegnative solo sempre le più belle. E’ la “porta stretta” dove passare per il Regno di Dio che ci indica GESU’. Per me è stata una bellissima avventura che spero condividiate. Grazie a tutti.
Preghiera
O Dio Nostro Padre, nostro Abbà, e Padre di tutti gli uomini, ancora e per chissà quando ci mordiamo e divoriamo a vicenda, sembra che le tue creature si siano dimenticate di te, e di quel dono grande e possibile che è l’amore per ogni uomo e per tutto il creato.
Aiutaci Signore a non cedere allo sconforto, ma come ci insegni attraverso San Paolo, dacci la forza di conservare la fede, e di tenere gli occhi fissi su te e sulla croce dove tuo figlio che si è fatto trafiggere dai chiodi per amore, per renderci liberi ma liberi di amare e non di ucciderci
Accogli tra le tue braccia le vittime innocenti, di tutte le guerre e fa che non venga mai meno la speranza di di costruire anche attraverso le nostre mani e il nostro cuore, un mondo migliore. Amen