VANGELO DI LUCA 4,31-44 COMMENTO
Possiamo dividere il brano di oggi in 4 parti distinte:
- GESU’ PREDICA A CAFARNAO (4,31-32)
- GUARIGIONE DI UN INDEMONIATO (4,33-37)
- GUARIGIONE DELLA SUOCERA DI PIETRO E DI ALTRI MALATI (4,38,41)
- GESU’ PARTE DA CAFARNAO (4,42-44).
In questo brano Luca segue abbastanza fedelmente il vangelo di Marco con alcune differenziazioni, al V. 4,42 mentre Marco si incarta un po’ nel descrivere questo momento “E al mattino quando era ancora notte fonda…Mc 1,35) Luca puntualizza Ora quando fu giorno…) e stranamente è Marco che dice che Gesù andò in un luogo deserto a pregare. Luca si limita a dire che Gesù partì per un luogo deserto.
Poi cita Simone al quale guarisce la suocera, ma non ha ancora costituito gli apostoli, lo farà al Cap. 5 mentre Marco nella stessa scena ci descrive Gesù che oltre a Simone nomina anche Giacomo è Giovanni. (Mc 1,29) come si può intuire nell’icona.
Ci sono anche altri particolari ma li tralasciamo. Magari provate a sbizzarrirvi nel cercarli.
Verniamo al testo innanzitutto nella sua globalità, dopo l’annuncio a Nazaret ed il conseguente allontanamento forzato di Gesù, la sua azione non si ferma ma si allarga e si espande come un fiume in piena.
È cominciato il cammino della Parola fatta carne che si estende nel tempo e nello spazio attraverso i secoli.
Parola di Dio portata da Gesù che mentre si esprime, nello stesso tempo agisce, opera ciò che ha promesso. Gesù mostra con i fatti che ciò che è venuto ad annunciare è reale. E’ la profezia di Isaia che prende corpo.
I primi a beneficiarne sono i piccoli, gli emarginati, posseduti da forze demoniache, come l’indemoniato, da malattie come la suocera di Pietro.
Luca ci sottolinea la grande autorevolezza di Gesù che dimostra la sua superiorità sul male rappresentato dal demonio, già sconfitto nel deserto. Gesù lo caccia con la forza della sua Parola imponendogli di tacere.
Gli esorcismi contengono il più alto annuncio evangelico, è il segno più evidente che il male dell’uomo è vinto. L’indemoniato è nella sinagoga, confuso tra la gente, al vedere Gesù sa che sarà scoperto, allora grida, ha paura perché sa che non può resistere alla sua parola. Il vangelo è per noi come un antidoto che ci aiuta a scoprire il male che è in noi.
Come vediamo l’operare di Gesù genera stupore, meraviglia. La meraviglia è il contrario della durezza di cuore, la sclerocardia. La meraviglia induce a chiedersi i perché a fare domande ad approfondire. La durezza di cuore impedisce tutto ciò, scatena paure e reazioni negative che portano divisione, discordia, sospetto.
Anche Luca come noi non ha conosciuto Gesù ma ha sperimentato l’efficacia della sua parola e nell’trasmetterla alla sua comunità la trasmette anche a noi affinché possiamo constatare e sperimentare la sua efficacia. Infatti, chi gli obbedisce ne coglie i frutti che promette.
Nella sinagoga di Cafarnao Gesù insegna, il male, il demonio è in agguato sempre e dovunque per straziare l’umanità, per impossessarsene e strapparla a Dio, Gesù come nel deserto non può rimanere inerte di fronte a questi attacchi, con la liberazione dell’indemoniato continua la sua lotta contro il male, lotta che lo accompagnerà fino alla croce, dove con un apparente sconfitta distruggerà per sempre il male, il diavolo.
Notevole è l’episodio della guarigione della suocera di Pietro, che ci testimonia ancora una volta un’attenzione particolare di Gesù hai piccoli, ai poveri, ai malati.
C’è una vignetta che ho visto in questi giorni in cui Gesù dice ha Pietro che la suocera cucina troppo bene per lasciarla a letto con la febbre. Qualcuno invece dice che la suocera di Pietro era arrabbiata con Gesù perché portava via il marito alla figlia e per la rabbia gli viene la febbre.
In realtà la febbre in quel periodo non era una malattia da prendere sottogamba e Pietro è veramente preoccupato.
Ma nella suocera di Pietro possiamo vedere in modo allegorico, l’umanità malata, avvolta nel peccato, nell’egoismo che giace a letto immobile. Gesù tratta la febbre come tratta i demoni che tengono sotto scacco l’indemoniato, anche se la situazione è diversa usa lo stesso vocabolo.
L’icona che ho inserito per animare questo brano ci sottolinea proprio attraverso le proporzioni e il colore questo fatto.
La suocera di Simone è molto più piccola di Gesù ed è tutta bianca. In genere il colore bianco attesta il cambiamento di condizione.
Questo ci ricorda anche la veste bianca del battesimo che attesta l’ingresso del battezzato nella Chiesa di Cristo, come persona nuova, rinata. La veste bianca di Gesù nella Trasfigurazione che ci richiamo il Cristo Risorto. Questa donna è l’emblema di noi cristiani, aderendo a Cristo diventiamo persone nuove, dinamiche pronte a metterci al servizio di Gesù servendo i fratelli.
Poi possiamo sbizzarrirci e chiederci perché proprio la suocera di Simone, perché Luca per mettere in evidenza un intervento taumaturgico di Gesù si serve di una suocera. Gesù cammina, va in tanti luoghi e dove incontra delle necessità urgenti agisce insegna e nel farlo si rivela.
In quel momento c’era una suocera da guarire, Gesù agisce quando ce ne bisogno. Quanto sarebbe bello che i Cristiani agissimo come il loro Maestro. Infatti, la sua azione non si ferma alla suocera di Pietro ma a quanti si presentavano, perché c’è un popolo da guarire, chi bloccato dalle proprie fragilità, chi dal demonio stesso che continua a provocare Gesù rubando il cuore alle sue creature.
Poi Gesù lascia Cafarnao, il popolo cerca di trattenerlo, è il desiderio di possesso che si fa avanti, vogliamo appropriarci del dono e farlo nostro, ma i doni di Dio si devono condividere.
La contraddizione madre di tutte le contraddizioni, i figli di Dio si fanno guerra tra loro e ognuno cerca la sua benedizione.
Siamo veramente idioti.
Gesù non vuole fare tutto da solo, non vuole essere la primadonna. Lui è l’apripista, vuole che anche noi come la suocera di Simone, ci mettiamo a servire come ha fatto e sta facendo lui. “anche voi fate come ho fatto io” ci ricorda il gesto della lavanda dei piedi.
Ci ha donato la sua Parola perché come lui anche noi “facciamo” la parola. Ma una parola che diventa azione, fatti concreti, parola mantenuta. Oggi spesso sentiamo tanti bei discorsi, ma che purtroppo non lasciano traccia ne in chi le pronuncia ne in chi le ascolta, vuote come un tamburo, fa tanto rumore ma è pieno d’aria.
PREGHIERA
Non è solo con la tua Parola Signore che desideri guidare le nostre vite, perché tu ci doni tutto te stesso. Vuoi farci comprendere che il tuo amore per noi travalica anche l’ostacolo della morte, per aprirci le porte del tuo Regno dove desideri ritrovarci tutti felici con te. Aiutaci allora e liberaci dalle febbri che tormentano la nostra vita affinché come la suocera di Pietro possiamo alzarci e servirti nei nostri fratelli.
Amen
Fiorello, diacono