Il tesoro nascosto

XVII Domenica del tempo ordinario.

Il tesoro nascosto.

1Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52.

La liturgia di questa domenica ci invita a riflettere sulle nostre priorità, sui valori su cui basiamo la nostra esistenza. In particolare, suggerisce ai cristiani di costruire la propria vita sui valori proposti da Gesù. La prima lettura ci offre l’esempio di Salomone, re di Israele. Egli è il prototipo dell’uomo “saggio”, che sa rendersi conto e scegliere ciò che è importante e che non si lascia sedurre e alienare da valori effimeri. Nel Vangelo, utilizzando il linguaggio delle parabole, Gesù dice ai suoi seguaci di mettere al primo posto il Regno di Dio. Tutti gli altri valori e interessi devono passare in secondo piano rispetto a quel “tesoro” supremo che è il Regno.

Hai domandato per te la sapienza.

Innanzitutto, il nostro testo chiarisce che in Israele il re è lo “strumento di Dio”, l’intermediario tra Dio e il suo popolo. È attraverso la persona del re che Dio governa, interviene nella vita del suo popolo e lo guida nella storia. Salomone non vedeva il suo ruolo come un privilegio personale da usare a proprio vantaggio, ma come un ministero affidatogli da Dio. Salomone era consapevole che l’autorità è un servizio che deve essere esercitato con “saggezza” e che il fine ultimo di tale servizio è la realizzazione del bene comune. Per questo chiede a Dio la saggezza nel governare. Se il Signore resta ammirato, è perché non molti uomini, prima e dopo Salomone, avrebbero fatto una richiesta così umile e saggia. 

Il dono che Salomone ha chiesto e riceve, sarà la fonte di tanti altri doni. Egli non chiede ricchezza o gloria, ma chiede le competenze e le capacità necessarie per svolgere bene la missione affidatagli da Dio. Salomone appare qui come il modello dell’uomo che sa scegliere le cose importanti e che non si lascia distrarre da valori effimeri. Dire che la richiesta di Salomone “piacque al Signore” (versetto 10) significa proporre agli israeliti di scegliere valori eterni, duraturi ed essenziali.

La figura di Salomone ci invita a un vero atteggiamento di servizio: il nostro obiettivo non deve mai essere la realizzazione dei propri schemi personali, ma il beneficio di tutta la comunità, la realizzazione del bene comune.

Un tesoro nascosto nel campo

La pagina del Vangelo ci presenta tre parabole uniche di Matteo: la parabola del tesoro, la parabola della perla e la parabola della rete e del pesce. Per comprendere meglio il messaggio proposto da Matteo, dobbiamo tenere conto della realtà della comunità a cui il Vangelo si rivolge… Siamo alla fine del primo secolo (anni ’80). Sono passati più di trent’anni dalla morte di Gesù. L’entusiasmo iniziale ha lasciato il posto alla monotonia, alla mancanza di impegno, a una vita “tiepida”, poco esigente e poco impegnata. Per le comunità cristiane si profilano all’orizzonte tempi difficili di persecuzione e ostilità, che i cristiani non sembrano preparati ad affrontare. Matteo ritiene che sia necessario rinnovare l’impegno cristiano e richiamare l’attenzione dei credenti sul Regno, sulle sue esigenze e sui suoi valori. Le parabole del Regno di oggi vanno lette in questo contesto.

La prima e più importante questione affrontata in questo testo è quella delle nostre priorità. Per Matteo non ci sono dubbi: essere cristiani significa avere come priorità, come obiettivo più importante, come valore fondamentale, il Regno. Il cristiano vive in mezzo al mondo ed è sfidato ogni giorno dagli schemi e dai valori del mondo; ma non può lasciare che la ricerca dei beni sia l’obiettivo numero uno della sua vita, perché il Regno è condivisione. Il cristiano è costantemente immerso in un ambiente in cui il potere e la potenza appaiono come il grande ideale; ma non può lasciare che il potere sia il suo obiettivo fondamentale, perché il Regno è servizio. Il cristiano si convince ogni giorno che il successo professionale e la fama ad ogni costo sono condizioni essenziali per trionfare e per lasciare un segno nella storia; ma non può lasciarsi sedurre da questi schemi, perché la realtà del Regno si vive nell’umiltà e nella semplicità. Il cristiano cammina in un mondo che esalta l’orgoglio, l’autosufficienza e l’indipendenza, ma ha imparato da Gesù che il Regno è perdono, tolleranza, incontro e fraternità… Cosa c’è al centro della mia vita? Quali sono i valori per i quali sono capace di rinunciare a tutto? Che significato hanno le proposte di Gesù nella mia scala di valori?

Il discepolo missionario come l’ha ben detto Papa Francesco devi avere l’atteggiamento della ricerca. Per Papa Francesco “la ricerca è la condizione essenziale per trovare; bisogna che il cuore bruci dal desiderio di raggiungere il bene prezioso, cioè il Regno di Dio che si fa presente nella persona di Gesù. È Lui il tesoro nascosto, è Lui la perla di grande valore. Egli è la scoperta fondamentale, che può dare una svolta decisiva alla nostra vita, riempiendola di significato”. 

Padre Osorio

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